
Da quando la scuola è ricominciata, le giornate di Sonia sono scandite da paradigmi di inglese da imparare a memoria e da esercizi di geometria che la tormentano. È una studentessa diligente Sonia, anche se non ambisce ad essere la prima della classe. A scuola le insegnanti dicono di lei che è ben più matura della sua età e si tratta di una considerazione piuttosto curiosa, dal momento che Sonia è nata settimina. Spesso la ragazzina trascorre il suo tempo a casa dei nonni o, per meglio dire, da nonna Ada. Nonno Delio, infatti, è morto da sette anni e la madre di sua madre vive sola a Borgo Loreto, un pugno di case al di fuori del centro abitato, su una strada che si inerpica tra le montagne. Sonia osserva la radiosveglia che tiene sul comodino e segna le sei e trentacinque. Ha tutto il tempo per fare colazione con calma e incamminarsi verso la scuola. Per scendere al pianterreno, dopo essersi lavata e vestita, deve attraversare la stanza della nonna e questo non le piace, perché trova ci sia qualcosa di sbagliato in quella camera, anche se non è in grado di spiegare con precisione di cosa si tratti. La nonna non apre mai gli scuri e l’interruttore del lampadario è lontano dalle scale. Quindi Sonia è costretta a muoversi al buio. Cerca di percorrere la stanza il più rapidamente possibile e, a metà delle scale, sente un bisbiglio arrivare dalla cucina. Riconosce la voce di sua madre, che sta discutendo con la nonna, in dialetto. Sonia non capisce nulla di quella lingua “straniera”, ma si rende conto che la faccenda è seria. Il termine che sente ripetere più spesso è “incidente” e, quando si decide ad entrare in cucina e a chiedere cosa sia accaduto, tutto ciò che le viene detto è che quel giorno non andrà a scuola. L’Istituto comprensivo Luigi Perona, in cima al paese, è una delle cose di cui i lanzesi vanno maggiormente fieri. Sonia ricorda il suo primo giorno alle elementari, quando il maestro ha invitato gli alunni a presentarsi, dichiarando il nome dei propri genitori e il loro mestiere. Tutti hanno obbedito ad eccezione di un bambino, che ha fatto scena muta. Ma Sonia lo conosceva bene quel bimbo grassoccio. Si trattava di Matteo Savant, figlio dei pastori da cui la nonna Ada acquistava il latte fresco...
Per crescere, per diventare grandi occorre affrontare prove, anche terribili. Anche le favole ce lo raccontano. Allo stesso modo Marco Peano - editor italiano, si occupa di narrativa per la casa editrice Einaudi, insegna allo Ied di Torino e, con Giorgio Vasta, cura il progetto "Esor-dire", dedicato allo scouting letterario - dopo L’invenzione della madre conduce il lettore in un paese di montagna in cui Sonia e Teo, i due giovani protagonisti, affrontano un doloroso e singolare processo di formazione. A Lanzo Torinese le case sono in legno e sasso; i mulini sono ad acqua e nelle cascine si allevano mucche e maiali. Il freddo penetra nelle ossa e gli abitanti sono abituati all’isolamento e al sacrificio. Durante le vacanze di Natale del 1996 il paese è sommerso dalla neve, che ammanta ogni suono e allontana le persone. Sonia e Teo - nipote della severa guaritrice del paese l’una e figlio dei proprietari di una cascina che produce, tra l’altro, latte fresco l’altro - si trovano a dover condividere un evento traumatico che sconvolge la scuola e, allo stesso tempo, sposta il confine di una narrazione che smette di essere solo romanzo di formazione e si fa racconto gotico che strizza l’occhio all’horror e diventa perfetta metafora del passaggio dall’infanzia alla vita adulta. È un mondo di orrore quello che i due giovani protagonisti si apprestano a percorrere, un mondo in cui devono cavarsela da soli, senza l’aiuto degli adulti. Perché, in fondo, crescere significa proprio questo: smettere di contare esclusivamente sugli affetti consolidati e provare a camminare sulle proprie gambe, accettando i rischi che ciò comporta. Il rapporto con i genitori e con la famiglia, le origini, il pregiudizio. Tutto viene messo in discussione dai due giovani protagonisti, che sono alla ricerca di una salvezza possibile, per raggiungere la quale occorre imparare a gestire due tra i temi più noti ma altrettanto complessi della vita: la paura e il processo di crescita. Uno scenario bellissimo e altrettanto catartico si fa sfondo ideale per una storia singolare e inattesa, cruda e intensa.