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Nata ieri

Nata ieri
“Accidenti, che sorpresa. Ero lì al buio che pensavo alla mia futura carriera di scrittrice quando all'improvviso mi sono ritrovata in una bacinella gelata con una signora che mi strofinava tutta con un asciugamano.”  Tecnicamente, si tratta dell'incipit autobiografico più attendibile che mi sia capitato di leggere. Bando ai racconti a ritroso, ai salti cronologici, alle storie parallele, la nostre esistenze, prima di perdersi nei meandri della realtà, cominciano più o meno tutte così. I fortunati, e la protagonista è una di questi, si ritrovano in dote anche una bella famigliola (papà, mamma, il cane, ma soprattutto l'“esemplare” sorella maggiore) con cui scoprire il mondo... per tentativi. Nei primi tempi è tutto un leccare, toccare, stringere, lanciare, sputacchiare, provando a carpire i segreti per diventare grandi in fretta ( “Perché nessuno mi porta a scuola?”). Anche per i futuri giornalisti la concorrenza si è fatta spietata e bisogna formarsi in fretta, anzi... in fasce...
Dopo poche righe di Nata ieri gli over 30 non potranno fare a meno di pensare “ma è come Senti chi parla!”. A vantaggio dei più giovani a cui fosse sfuggito in tv, si tratta di un fortunatissimo film del 1989, interpretato tra gli altri da John Travolta, che racconta con ironia le complicate vicende di una neomamma in cerca di un nuovo compagno. Il tutto visto però cogli occhi del bambino impersonato, fuori campo, dall'inconfondibile voce fantozziana di Paolo Villaggio (nella versione originale era Bruce Willis).  Come nel film, anche in questa cronistoria di un'infanzia (a essere precisi, del primo anno di vita), narrata “al tempo” e in prima persona dalla protagonista, sono le gag a funzionare bene. I cortocircuiti tra il punto di vista della bambina e gli insondabili misteri del mondo che la circonda creano situazioni che faranno la gioia dei lettori più dotati di senso dell’umorismo (potete prenderlo come un test, se il vostro pargolo non reagisce, dovete ancora lavorarci su). La poppante viene al mondo con le idee già molto chiare, come si intuisce dal sottotitolo (“Diario di una giovane giornalista”) e ci fornisce un resoconto dal taglio diaristico del suo esordio alla vita: ogni occasione è buona per tirare fuori un pezzo spiritoso, nella tradizione dei cronisti di razza. Graficamente il libro è ben congegnato. Il testo scorre su una pagina a righe che simula un quadernone di scuola (e in “testa” ci sono le date che scandiscono il diario). Quanto alle illustrazioni, non credo possano esserci dubbi sul fatto che Simon James debba molto al conterraneo Quentin Blake (il grande artista inglese autore dei disegni nei libri di Roal Dahl); ciò non toglie che il suo tratto da cartoonist funzioni a meraviglia con la storia scritta dall’americanissimo James Solheim e che Nata ieri sia un albo veramente riuscito e adatto a tutta la famiglia.