
Fa freddo a Parigi nel dicembre del lontano 1843. Il piccolo Hugues vive con la sorella maggiore Jeanne, che è sarta, in una gelida mansarda al numero 121 di rue Réaumur. Il bambino dopo la morte della mamma si è ammalato e pare non riesca a riprendersi; ogni giorno diventa più debole e Jeanne teme che quello che sta per arrivare sarà per lui l'ultimo Natale. Il regalo più bello, quello che Hugues desidera sopra ogni cosa, è quello di imparare a leggere. Ma Jeanne non ne è capace, sa solo tracciare alcune lettere dell'alfabeto, le une separate dalle altre. Pur avendo promesso al fratellino che presto avrebbe imparato a leggere e poi lo avrebbe insegnato anche a lui, finora non ce l'ha fatta. E il tempo stringe. Oh, se solo potesse avere un libro! A casa dei Lenormand, i ricchi vicini per i quali la ragazza esegue lavori di cucito, di libri ce ne sono veramente tanti. Mentre Jeanne sta facendo provare ai signorini Adelaide e Ferdinand i loro soprabiti nuovi, un capriccio del ragazzino fa cadere a terra due libri, uno dei quali finisce proprio sotto i soprabiti in prova ammucchiati a terra. Jeanne, mentre li raccoglie, nasconde il libro tra le stoffe. È tanta la sua gioia di poterlo donare al fratellino che la ragazza solo mentre sale le scale verso la sua soffitta, già fuori dall'appartamento dei Lénormand, realizza di avere commesso un furto.
Questo delicato racconto natalizio dal sapore vagamente dickensiano ci conduce a rivivere l'atmosfera della bohème parigina di metà Ottocento in forma adatta a lettori bambini, in ciò perfettamente coadiuvata dall'illustrazione: la neve scende danzando dinanzi alle facciate degli antichi eleganti palazzi e imbianca le strade; le ragazze del popolo si affrettano coprendosi con lo scialle; le soffitte respirano a fatica sotto scure travi di legno e tuttavia aprono piccole finestre curiose sulla città. Come nelle fiabe classiche, i protagonisti di Natale su tutti i piani sono candidi e buoni, ma le circostanze difficili della vita che conducono può indurli a sbagliare. Come salvarsi? Come ritrovare se stessi e il proprio buon cuore? Ci vuole un eroe che sblocchi la situazione e conduca la storia al lieto fine. Il fatto che poi qui la storia abbia come perno il desiderio di imparare a leggere di un bambino malato e che un libro sia l'oggetto più desiderato consola e commuove. La strada dell'amicizia con l'alfabeto e con i libri è lunga e non sempre semplice, ma è ricca di soddisfazioni e ogni piccolo passo, ogni gradino salito sono fonti di gioia per Hugues e Jeanne che, finalmente, nella primavera del 1844 arrivano a scrivere con lettere di gesso, "IO HAMO". Per raggiungere la corretta ortografia fratello e sorella avranno ancora un discreto cammino da percorrere, ma ciò che è fondamentale è già in loro.