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Nel paese delle donne selvagge

Nel paese delle donne selvagge

Shinzaburō è a casa da solo quella sera. Sua moglie ha deciso di andare dai genitori per l’Obon e quindi tocca a lui alzarsi dal divano per aprire la porta. Il campanello ha suonato già tre volte. Ad attenderlo sull’uscio di casa ci sono due donne che con insistenza lo pregano di poter entrare poiché hanno desiderio di parlare con lui e sua moglie. Shinzaburō, nonostante sia stanco e nel bel mezzo di una forsennata ricerca di lavoro - come sua moglie gli sta consigliando “gentilmente” di fare da un po’ -, si lascia convincere e ben presto le due donne iniziano un discorso strano, il cui scopo, Shinzaburō ne è convinto, è quello di fargli acquistare qualche aggeggio inutile. È al mattino però che Shinzaburō nota cosa è realmente accaduto la sera precedente. Sua moglie, rientrata dalla visita ai suoi, lo incalza di domande in merito alla presenza in casa di diverse lanterne, che Shinzaburō è certo di essersi rifiutato di acquistare. Per sua fortuna comunque sua moglie trovò la soluzione perfetta per evitare altre visite indesiderate a tarda sera. Shinzaburō però non è l’unico a fare strani incontri la notte, alcuni incontrano parenti ficcanaso, altri riescono a mettersi in contatto con l’anima del proprio gatto grazie a speciali bastoncini di incenso...

Aoko Matsuda raccoglie diversi temi del folklore giapponese calando gli eventi all’interno dell’attualità andando a toccare tematiche quali la perdita e la crisi della famiglia tradizionale. Ogni racconto si vede connesso agli altri attraverso la descrizione di una normalità quotidiana che viene sconquassata da un fatto del tutto improvviso, e perdipiù soprannaturale. Come da tradizione giapponese poi i racconti non hanno, perlopiù, una vera e propria conclusione ma anzi si caratterizzano con un finale aperto, che rifugge da conclusioni prestabilite. Ci sono storie più riuscite affiancate ad altre che risultano più pallide: in generale comunque si tratta di una raccolta molto interessante. In un’intervista rilasciata ad “Aymptote” a fine 2020 la Matsuda ha affermato di aver voluto scrivere una raccolta dove venisse mostrata la possibilità di cambiare, di trasformarsi delle donne, che qui si arrogano la possibilità di recuperare un potere maggiore rispetto a quello loro destinato nei racconti tradizionali. La sua opera di rivisitazione ha un’impronta fortemente femminista: l’obiettivo è provare a scardinare la visione un po’ misogina del Giappone del passato ma anche di quello odierno. La Matsuda infatti spiega che non è raro che si vedano donne che in pubblico cercano di nascondere il “loro vero io” con lo scopo di non attirare troppa attenzione su di sé, che è invece quanto desidera che accada in questi racconti: le protagoniste di queste pagine hanno lo scopo di mostrarsi per come sono, riappropriarsi del diritto di essere se stesse e soprattutto di portare avanti una sorta di rivoluzione che le veda finalmente aprirsi a una diversa prospettiva; è questa la metamorfosi che fa da filo conduttore a queste storie.