
Adam Sharp ha quarant’anni e tutte le carte in regola per essere felice. Ha la stabilità economica, una compagna ormai da vent’anni, Claire, la passione per la musica sempre presente. Adam dovrebbe essere felice. Dovrebbe, appunto. Il passato e alcuni rimpianti giovanili continuano a condire le sue giornate, soprattutto quando il suo amore per Claire sembra iniziare ad affievolirsi e appiattirsi nella quotidianità di un rapporto ormai consolidato. Quella stabilità e quell’equilibrio superficiali cominciano a traballare quando Adam riceve un messaggio su Skype. È Angelina. Un nome denso di amarezza, un amore mai dimenticato, una rinuncia che Adam, in fondo, non ha mai accettato. È vero, aveva solo ventisei anni quando si era perdutamente innamorato di quella ragazza mentre suonava il pianoforte in un locale. All’epoca Angelina era una nota attrice, con un matrimonio problematico alle spalle. O forse non tanto alle spalle. Eppure il loro amore era diventato in un attimo travolgente, profondo e sofferto. Finché Adam non aveva deciso di rinunciarvi andando via. Vent’anni dopo le stesse emozioni e la tentazione di voler tentare un riscatto, anche a costo di rimettersi in gioco completamente, rinunciando a Claire…
You’re gonna lose that girl. Così inizia la storia d’amore tra Adam e Angelina. In un locale, davanti a un pianoforte, con un marito di troppo, sulle note dei Beatles. Nell’aria la nostra canzone di Graeme Simsion è intriso di musica, meravigliosa musica, come dimostra la playlist finale che raccoglie la colonna sonora dell’amore tra i protagonisti. La voce narrante è quella di Adam, quarantenne realizzato eppure pieno di nostalgia per quello che vent’anni prima poteva essere ma non è stato. Un travaglio interiore che può spegnersi soltanto concedendosi un’altra possibilità. Anche con il rischio di perdere tutto. L’autore riesce a trasmetterci proprio questo travaglio, alternando le parole di Adam, il protagonista, a strofe di melodie senza tempo. Simsion ancora una volta tocca le corde più sensibili dell’animo umano affrontando un argomento particolarmente delicato: quello delle occasioni perdute, dei rimpianti (o dei rimorsi?), della nostalgia. Con il suo romanzo d’esordio, L’amore è un difetto meraviglioso, Graeme Simsion ha già emozionato milioni di lettori, anche di un certo calibro, come Bill Gates (“Un autore straordinariamente intelligente, divertente e trascinante, che ti riconcilia con te stesso e con le tue capacità”). Probabilmente continuerà a farlo.