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Nero chiaro quasi bianco

Nero chiaro quasi bianco

Napoli. L’avvocato Oreste Ferrajoli sta aspettando nel suo studio l’arrivo delle maleodoranti sorelle Iovine. Mentre attende si accorge che due scarafaggi della sua collezione sono fuggiti dal terrario e passeggiano sui faldoni della sua scrivania, così li raccoglie e li rimette al loro posto. Prima dell’arrivo delle sue assistite, prepara l’ambiente facendo spruzzare a Teresa, la sua segretaria, una dose significativa di deodorante spray e si spalma sotto le narici una crema al mentolo. Le sorelle Iovine sono lì per ritirare i soldi che spettano loro in quanto vincitrici di una causa. Una volta concluso l’incontro, Oreste porta a termine alcune pratiche, poi controlla che la sua collezione di insetti sia a posto e nel frattempo squilla il telefono: è Giggino, il suo informatore, e gli dice di raggiungerlo al bar davanti l’ospedale per una questione urgente. L’avvocato Ferrajoli ha conosciuto Giggino molti anni prima, perché lo ha aiutato per una causa e adesso, oltre all’attività di venditore ambulante di ananas e carciofi, si occupa di trovare affari per gli avvocati del Foro di Napoli. Nella pratica Giggino osserva e ascolta tutto ciò che accade intorno all’ospedale e all’arrivo dell’ambulanza si affaccia al pronto soccorso per controllare se c’è qualcuno che possa avere bisogno di assistenza legale e a quel punto chiama Oreste. A sua volta, l’avvocato si avvale della sua rete di collaboratori, l’amico e collega Gennaro Del Grande, la dottoressa Vicinanza e i fratelli Esposito, per mettere a punto frodi legali ai danni delle assicurazioni. Il loro lavoro è trovare qualche poverello o malcapitato disposto a farsi pestare per poi ricevere il compenso dall’assicurazione. Il problema per Oreste sorge quando uno dei suoi clienti, pronto a essere pestato dai fratelli Esposito, viene trovato morto…

Nero chiaro quasi bianco è il nuovo romanzo di Pippo Zarrella, che per i suoi racconti ha vinto anche alcuni premi di interesse nazionale. Il protagonista, l’avvocato Oreste Ferrajoli, è un uomo bugiardo e piccolo, che cerca di darsi un tono infilando nei discorsi frasi in latino, ma che in realtà riesce a fare il gradasso solo perché lavora con barboni e con gente che non ha nulla da perdere. È interessato solo ai soldi, ha una moglie ricca che non ama, ma che gli garantisce una vita più che agiata. L’unica nota originale della sua persona sono gli insetti che colleziona e con cui parla: essi sono i suoi confessori, ma anche la sua coscienza, loro possono rispondergli, indirizzarlo, ammonirlo. Gli insetti diventano il simbolo della sua corruzione morale, ma anche del suo disagio psicologico. A causa delle varie frodi assicurative messe in atto, l’avvocato inizia a soffrire di attacchi di panico, che nel suo caso si manifestano con le sembianze di insetti, ma che a differenza di quelli che colleziona e lo rassicurano, sembrano trascinarlo nel baratro della sua coscienza perché lo mettono di fronte a quello che è in realtà: un bugiardo. Solo che si sa, le bugie hanno sempre un effetto domino, ne dici una e a cascata ne devi dire molte altre e non puoi mai tornare indietro. Oreste è a quel punto della vita in cui vede cascare, pezzo dopo pezzo, tutto il castello di carte che ha costruito e questo mette a rischio il segreto più intimo che ha, segreto che ha confessato solo ai suoi amati insetti. Con una scrittura brillante, dei dialoghi divertenti e una storia originale, Zarrella ha creato un romanzo frizzante e coinvolgente, che cattura il lettore e lo catapulta con semplicità e un tocco di leggerezza in un universo malsano dove l’esistenza del protagonista acquisisce, man mano che si va avanti, contorni sempre più sfumati, quasi bianchi.