
Mia Corvere ha combattuto nell’arena, ha lottato come un gladiatii e si è fatta onore tra le ombre ma soprattutto, ha vendicato suo padre uccidendo il console Scaeva e ha ritrovato colui che credeva perduto per sempre: Jonnen, il fratellino che pensava morto insieme alla madre. Dopo la notte dei grandi giochi Mia è diventata l’assassina più ricercata della Repubblica di Itreya e se ne rende conto soltanto adesso, mentre in fuga con in spalle Jonnen cerca di raggiungere un porto sicuro. Lui scalcia furibondo e dice di chiamarsi Lucius ma per Mia non è così, è soltanto suo fratello minore e come lei ha ereditato il potere di manipolare l’ombra. I due tenebris avanzano allacciati l’uno all’altra attraversando calli, ponticelli e canali fino a raggiungere la necropoli della città. Il rintocco lugubre della campana copre il rumore dei passi sul selciato, varcato il cancello di ferro l’ombra delle tombe li proteggerà, o almeno questo spera Mia mentre si addentra tra tumuli d’ossa e cappelle sigillate. Ma non sono i soli a percorrere quei corridoi silenziosi, qualcuno li ha seguiti, qualcuno vuole vendicarsi di lei, qualcuno non ha dimenticato…
Alba Oscura segna l’epilogo delle vicende di Illuminotte, e questo non poteva che celebrarsi tra ferro e sangue, officiato dalla sacerdotessa nera degli assassini che di nome fa Mia Corvere. La storia di vendetta di Mia - figlia delle tenebre e assassina di assassini - è giunta al termine, e finalmente anche l’identità del narratore/commentatore che si intromette dall’inizio nel racconto con sottolineature sarcastiche e frecciate al vetriolo viene disvelata. La trama resta intricata anche in queste ultime cinquecento pagine corpose, fitte e piene di azione: l’epica drammatica dell’antieroina Mia raggiunge l’acme nel finale, anche questo affatto scontato. Punto forte ancora una volta il linguaggio crudo, minuzioso ed espressivo più che descrittivo. Se Jay Kristoff si dichiara egli stesso stupefatto dal successo raggiunto attraverso la sua saga, non può non esserlo chi approcciandosi al mondo di Nevernight lo fa con certe aspettative e poi vi trova molto di più: più suspense più dramma più spietatezza e più intrigo delle solite fanta-trilogy romanticamente declinate e destinate al mondo YA. Menzione dovuta al fantastico non-gatto Messer Cortese, che dal primo al terzo libro non perde smalto e si rivela una delle trovate più geniali della saga. Fortemente consigliato a chi ama il fantasy così come a tutti coloro che semplicemente amano perdersi in un’appassionante lettura.