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Nevernight – I grandi giochi

Nevernight – I grandi giochi

I venti fruscianti di Ashkah spazzano il deserto mentre Bevilacrime lo attraversa con la sua ciurma, un mare di sabbia rovente al posto delle onde schiumose a cui è abituata il capitano. Adesso è lì che si snoda il suo peregrinare, pensa imbattendosi in quel che resta di una carovana. Un fetore putrido di morte la investe prima che ne possa cogliere i contorni con precisione, la morte ha un suo odore caratteristico ovunque ti colga, anche in mezzo al nulla. Unica sopravvissuta a quella carneficina è una giovane di bassa statura dai capelli corvini, il suo nome è Mia. Perché non farla prigioniera e venderla al mercato insieme alle altre donne? In fondo è di denari che Bevilacrime è ghiotta e una giovane può fruttarne parecchi sacchi, se ben tenuta. Mia Corvere, l’assassina di assassini, fatta prigioniera e rinchiusa come una comune schiava, l’ombra di Messer Cortese l’accompagna, e le sue ombre quelle che tesse paziente come una tela di ragno le sono vicine. Nessuno può tenere Mia in trappola, neppure un pirata senza scupoli…

Illuminotte parte seconda: Mia Corvere è entrata a far parte della Chiesa Rossa per portare a compimento la sua vendetta, è diventata una Lama di Nostra Signora del benedetto omicidio ma è anche molto più di questo, è una tenebris, in grado di controllare le tenebre da cui è avvolta. Una intricata matassa di luce e ombra, una scrittura filamentosa che ordisce un labirinto pieno di punti ciechi, in mezzo una ragazza, un non-gatto e una non-lupa, fiumi scarlatti di sangue che scorrono intorno. Jay Kristoff torna al suo mondo illuminato da tre soli, a quel giorno perenne interrotto dal verobuio solo una settimana ogni due anni e mezzo, al suo fantasy dal linguaggio “strong” e dalle mille sfaccettature. Risulta a volte difficile stare al passo con gli eventi narrati, il romanzo è diviso in tre parti e nella prima passato e presente si alternano fino a convergere in un’unica linea temporale; le note a margine sono presenti ma in minor numero rispetto a Mai dimenticare, e la folta schiera di personaggi di seconda e terza fila aumenta ancora, ma non preoccupatevi alle prime pagine è presente un elenco accurato. Intrico, macchinazioni, colpi di scena e vendetta si amalgamano però alla perfezione, e per il lettore è impossibile annoiarsi. Vi basta?