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Donne di carta: una storia tutta da leggere

Sandra Giuliani, una delle fondatrici del progetto "Donne di carta", racconta a Mangialibri la magica avventura delle 'persone libro'.
«Esistono progetti che si inseriscono nelle domande del mondo come una risposta possibile, ed esistono progetti che mirano a creare proprio la domanda. Non è una differenza di valore – servono entrambi – ma di prospettive. Il volontariato culturale è un fenomeno di per sé visionario perché poggia, evidentemente, sull'assenza di strutture capaci in modo autonomo (istituzioni e servizi) di soddisfare la domanda di cultura; ma poggia anche sul desiderio delle persone di partecipare attivamente alla costruzione stessa della cultura. Il progetto di Donne di carta (www.donnedicarta.org), quando dice "promuovere la lettura", appartiene a entrambi i registri: rispondere e inventare, colmare lacune e nutrire desideri nuovi. Cultura e lettura. Mondo. Sono attività collegate. Perché si esprimono attraverso discorsi e narrazioni, processi comuni. La lettura di cui si fa carico il nostro progetto non si limita e non si esaurisce all'universo dei libri: permette, invece, quel gesto semplice di alzare gli occhi dalla pagina per guardare il mondo intorno e... continuare a leggere. Tutto, in questo sguardo, diventa lettura: le nuvole, le pietre, gli alberi, le orme, le persone. Tutto – per noi animali simbolici – può essere una biblioteca immensa. Questo affermano gli otto articoli della "Carta dei Diritti della Lettura" : un documento-manifesto filosofico, di ideazione collettiva, che marcia verso il Parlamento europeo. "Noi vogliamo leggere" significa vogliamo strumenti di accesso, di circolazione, di recupero del valore umano e relazionale della lettura. Vogliamo uscire dall'analfabetismo linguistico, espressivo, cognitivo, culturale. Leggere è un diritto della persona in ogni momento della vita e senza alcuna discriminazione. È un tempo di crescita  - e una persona non smette mai di crescere - non un modo di occupare il tempo libero, non un atto di consumo ma un atto di libertà. La libertà sta nel potere di scelta, nell'avere strumenti per esercitarla. La lettura di cui si fa carico l'attività più militante del nostro progetto è una lettura fatta persona, affidata cioè al potere evocatorio, immaginativo, emozionale della voce umana che recupera nel fiato, nei gesti, il segno di ogni scrittura nella relazione dinamica dell'ascolto. La lettura esce dal silenzio mentale, dalla pratica chiusa di una stanza e diventa relazione con l'altro. Questo fanno le "persone libro" del 'Proyecto Fahrenheit 451', inventato da Antonio Rodriguez Menendez e importato in Italia dall'associazione nel 2009. Le "persone libro" sono lettori e lettrici comuni, non attori: imparano a memoria le pagine che amano e le riconsegnano all'ascolto con una dizione colloquiale, naturale, intima come la voce che abbiamo quando l'altro è qualcuno per noi importante, qualcuno per cui vale la dedica di se stessi e del proprio tempo. La cura sta nell'andare ovunque, proprio là dove non ci sono i libri ma dove vive la gente e dove uno spazio di ascolto diventa una relazione. Un libro letto a voce alta è diverso da un libro detto a memoria: questione di sguardi diretti, questione di tempo dedicato affinché quelle parole, scelte, restino dentro, diventino quelle giuste: parole prese in prestito per raccontare un po' (anche) chi siamo. Un modo per fare di ogni libro... una persona da incontrare. Non si tratta di costruire un marketing umano per l'editoria ma di testimoniare – mettendosi in gioco – il valore che ogni lettura (narrativa, saggio, poesia, canzone, lettera) può avere nelle nostre vite: quando le cambia, le consola, le mette in relazione. Certo bisogna avere una fiducia di fondo: credere davvero che la cultura sia un bene comune e che ogni atto culturale partecipi alla costruzione di un'altra civiltà, magari fondata sull'economia  del dono e non dello scambio,  magari attenta al valore del "bene" non al prezzo della merce, magari senza scadenze o condizionamenti. C'è un fondo di gratuità in ogni volontariato culturale che rende la sua scommessa impagabile: il tempo dedicato. La scelta di seguire il proprio desiderio sapendo che è necessario per sè e per gli altri. Scegliere la strada del servire non della rassicurazione. Il progetto di Donne di carta s'inventa strada facendo grazie a... gli altri soggetti culturali che incontra, grazie a... le persone che accolgono la scommessa, grazie a... le piazze che ci ospitano. È potente la parola "grazie" quando si traduce in solidarietà concreta, misurata su progetti condivisi. Abbiamo chiamato questa sinergia "Accademia della lettura" e come le persone libro è itinerante: cammina per le strade, per le piazze. Donne di carta è un social network reale. La sua gratuità libera dai debiti e accende possibilità. E proprio per rinforzare questa "rete" territoriale, l'Associazione persegue (sogna) un ulteriore obiettivo: creare una "Casa della lettura" fatta dai lettori per i lettori, esattamente con i libri che appartengono alle biblioteche domestiche e che vengono messi a disposizione della comunità territoriale. Non i libri da buttare via, non le cantine da svuotare ma i libri letti e riletti che ora sono sugli scaffali a rappresentare, spesso,  un segno tangibile di possesso o una vocazione all'attaccamento e che magari non rileggiamo più; i libri che ci hanno detto qualcosa e che reimmessi in un circolo di partecipazione possono diventare un desiderio da riscoprire e da condividere. Un'economia del prestito. Un comodato d'uso gratuito per fare ancora una volta della lettura uno spazio di scambio e d'incontro. Prestiti di libri e prestiti di "persone libro". Il catalogo di questa biblioteca registra titoli, autori ma anche le note di lettura personali: ciò che è piaciuto e cosa no, l'importanza di una pagina tra le altre o il senso che ha avuto per un momento della nostra vita. Perché qui è il lettore che dice a un altro lettore perché leggere trattando l'Altro non come il diverso, lo sconosciuto semmai come l'ospite che si attende. Quell'ospite che ci ricorda che tutte le persone sono portatrici di storie. Sarebbe bello che questa "Casa della lettura" abitasse in un padiglione ospedaliero perché è qui che la rivendicazione della lettura come un diritto in ogni momento della vita, in salute e in malattia, in miseria e in agio acquisterebbe davvero un senso. Ci stiamo lavorando. Stiamo costruendo quella catena che ci permetterà di dire "grazie a...". L'Associazione è nata nel 2008. Quattro donne, addette al lavoro editoriale, l'hanno fondata  rivendicando nel nome questa maternità. Per renderla visibile e quindi potente. Volevano che l'editoria fosse un'offerta plurima e diversificata (bibliodiversità la definisce l'UNESCO); volevano che fossero i libri ad andare verso i lettori, volevano che i lettori avessero un potere di scelta. Accade a volte che le intenzioni siano superate dalla stessa realtà, e così gli incontri che si fanno diventano processi di cambiamento. Oggi Donne di carta è: 15 città, dall'Italia del Nord alle isole, in cui camminano più di 100 "persone libro". Oggi Donne di carta è: la "Carta dei Diritti della Lettura" che ha ricevuto anche una medaglia di rappresentanza dal presidente Napolitano. Oggi Donne di carta è tutta la programmazione di eventi culturali che nascono da sinergie e intrecci tra linguaggi espressivi diversi e con soggetti culturali diversi per costruire formazione permanente, divulgazione intelligente: un'accademia. Domani Donne di carta sarà anche una casa della lettura: il luogo dove far rivivere i tuoi libri. Chi siamo? Piccoli editori, bibliotecari, impiegati, studenti, insegnanti, librai, pensionati, liberi professionisti, giornalisti, commercianti, disoccupati, scrittori, poeti, precari. Anche intere famiglie. Uomini e donne (la maggioranza). Dai 12 ai 90 anni. Cittadini e cittadine che si prendono cura dei propri desideri perché sanno che ogni risposta trovata è solo un nuovo modo di interrogare le cose. Cose tutte da leggere, come il mondo in cui abitiamo».