
Tutte le sue compagne sono già in classe, nell’aula dell’appello della Jefferson High School; Veronica invece si è attardata nel bagno delle ragazze, nella terza cabina; in questo momento una nota per il ritardo è l’ultimo dei suoi pensieri. Estrae lo stick rubato alla sorella maggiore dallo zaino e si appresta a capire se il suo incubo è finito o se sta per cominciare. È una ragazza modello, Veronica: ha una media di voti altissima, è stata accettata alla National Honors Society ed ha ottenuto una borsa di studio alla Brown University. Inoltre lei e Kevin – fidanzati da tempo – sono sempre stati molto attenti, quindi no, non può essere incinta. Ma ha un ritardo, da giorni ormai, quindi è necessario farlo quel maledetto test di gravidanza. Da lì a tre minuti saprà la verità. La porta del bagno si spalanca di colpo, Veronica sobbalza ed il blister le sfugge dalle mani, scivola sotto la porta della cabina e va a fermarsi al centro esatto del pavimento del bagno. Panico. Da sotto la porta della cabina vede un paio di anfibi neri consumati avvicinarsi allo stick ed una mano – smalto verde scrostato su unghie mangiate – afferrarlo. Veronica è disperata: no, tra tutte, proprio lei no. Bailey Butler, il “piccolo buco nero di rabbia e oscurità” della scuola, sgradevole, cupa, cinica, solitaria e, last but not least, sua ex migliore amica. Per Bailey, scoprire che proprio Veronica – la perfettina, bei capelli, naso carino, popolarissima, reginetta del ballo, migliore studentessa della scuola – teme di essere rimasta incinta è un vero cliché ed un vero spasso. E quando l’esito del test, una bella doppia linea rosa, si palesa ad entrambe, Veronica – che non può fare a meno di immaginarsi di lì a qualche mese con una pancia talmente grande da nascondere le dita dei piedi mentre il contorno dell’ombelico spunta dalla T-shirt – non capisce se la nausea che sta provando sia un primo sintomo o il terrore che le attanaglia lo stomaco: ora come farà a dirlo a Kevin?
Ted Caplan – tra gli sceneggiatori di Vita di Pi e Prova a prendermi – e Jenni Hendricks – sceneggiatrice di How I met your mother – abbandonano il solito copione e si cimentano per la prima volta in un romanzo a quattro mani, la storia di un incidente di percorso che diventa l’espediente per parlare di amicizia, responsabilità, coraggio e scelte. Scelte necessarie per entrare nel mondo degli adulti, quel mondo per il quale Veronica appare perfetta, mentre Bailey assolutamente no. Veronica – famiglia cattolica e bigotta, un padre disinteressato per il quale quel che conta è solo essere perfetti – non fa mai errori, non si concede passi falsi, ha già progettato perfettamente il futuro. Bailey invece – aria da dura, look improbabile, in conflitto con il padre che l’ha abbandonata da tempo – è anticonformista, sopra le righe e refrattaria alle regole. Dopo quattro anni di silenzio tra le due, uno scherzo del destino le porta, inaspettatamente, a doversi confrontare di nuovo, a condividere e ad affrontare uno dei momenti più complicati nella vita di Veronica. Attraverso un viaggio improbabile a bordo di un’auto sgangherata, tra mille avventure, a volte al limite dell’inverosimile, il legame di amicizia tra le due adolescenti, che sembrava sepolto, riaffiora e si consolida, alla faccia delle vecchie incomprensioni, fino a rappresentare – al di là delle ragioni estemporanee – il vero nucleo della storia. Ed il valore aggiunto è rappresentato dal fatto che si tratta di una nuova forma di amicizia, più vera, più matura, perché fondata sui fallimenti e non sui successi. Mentre macinano chilometri, le due ragazze si ritrovano, imparano nuovamente a comunicare attraverso gli sguardi, a sostenersi, ad indulgere nella leggerezza e, nel contempo, a guardare la realtà senza maschere e ad assumersi la responsabilità delle loro scelte. Insieme.