
Quando la suoneria del cellulare, che annuncia un WhatsApp in arrivo, spezza il silenzio della notte, Ettore grugnisce, mentre le chiede come mai non abbia ancora provveduto a trovare un suono di notifica più umano. Per lui, il sonno è sacro e deve essere di otto ore senza interruzioni, qualunque cosa accada. Elena, invece, fiato corto e cuore a mille, balza sul letto come una molla, cerca l’interruttore dell’abat-jour sul comodino e afferra lo smartphone. Avere una figlia di ventun anni che da un mese è a Londra a fare l’Erasmus è motivo sufficiente per impanicarla ogni volta che il cellulare suona. A maggior ragione se sono le tre di notte. A dir la verità, di figli Elena ed Ettore ne hanno due. Oltre ad Anna - che è appunto a Londra, sta affrontando il suo turno-lavatrice alle tre di notte e, se ha un dubbio, è naturale si rivolga alla madre - c’è Marco, diciannove anni, che, concluso il liceo, si è impegnato al massimo e alla fine c’è riuscito a trovare l’unica facoltà universitaria non presente a Milano. Così, ha preparato le valigie e si è trasferito a Bologna, dove frequenta il DAMS. Appena i ragazzi sono partiti, Elena, dopo un iniziale sollievo, ha cominciato ad avvertire uno strano dolore, simile a quello dell’arto fantasma. Si è macerata nella tristezza per giorni, poi ha capito di essere arrivata a un periodo di svolta della sua vita, un cambio pagina necessario in cui tutto è da inventare di nuovo, sia a livello individuale che di coppia. Sì, perché lei ed Ettore, smessi i panni di genitori h24, sempre pronti a soddisfare ogni bisogno dei ragazzi, tornano ad essere una coppia. In realtà, l’ultimo periodo è fatto di parecchi altri cambiamenti, primo tra tutti quel terremoto ormonale, che sta rivoluzionando il suo corpo e la sua vita, e risponde al nome di menopausa. Integratori, yoga, ovuli, gel, melatonina, bicchieri d’acqua bollita e limone. Un corpo a corpo faticosissimo con il cambiamento che l’ha stremata e ancora non l’ha vista uscirne vittoriosa. Ora, poi, ci si è messo pure il lavoro. Anche lì - Elena è una giornalista - pare ci sia aria di novità. E non si tratta di belle novità: il nuovo capo, Giorgio Scotti, le ha da poco proposto il pensionamento anticipato. La redazione ha bisogno di svecchiarsi, le è stato detto senza troppi giri di parole, e lei è la risorsa più anziana del giornale...
Elena Donati è un gran bel personaggio. È una donna che si piega ma non si spezza, esattamente come uno di quei giunchi battuti dal vento che ogni volta sopravvive alla tempesta, magari un po’ acciaccato, ma ce la fa. La protagonista del nuovo romanzo di Sandra Bonzi - giornalista nata e cresciuta a Bolzano e da oltre trent’anni residente a Milano - ha poco più di cinquant’anni, fa la giornalista, ha due figli che hanno da poco abbandonato il nido per provare a volare da soli, ha a che fare con una madre piuttosto impegnativa e vive un matrimonio che si è un po’ spiaggiato. La scoperta, in una via del centro città, di due trolley grondanti sangue è il motore di una vicenda che darà la scossa giusta a una vita che, con il tempo, ha finito per diventare un po’ prevedibile e priva di quelle scariche di adrenalina che, invece, sono essenziali per sentirsi vivi. Elena realizza che c’è ancora spazio, nel suo vissuto, per sentire quei brividi che possono arricchire le proprie giornate e colorarle: può ancora stupire tutti al lavoro con un vero e proprio scoop; può ancora sentirsi realizzata in un ruolo diverso da quello di madre sempre pronta a soddisfare le esigenze dei figli o di moglie accudente e un poco annoiata; può ancora imparare a ballare il tango, magari seguendo i consigli di quell’ingombrante di sua madre. In una girandola di situazioni, che più di una volta si rivelano davvero esilaranti, la Bonzi offre al lettore una gustosa e precisa istantanea della realtà che ci circonda, quella in cui a fare la differenza sono le delusioni, le gioie e le paure personali. Un interessante viaggio verso una nuova consapevolezza di sé, in cui c’è spazio per il desiderio di cambiamento e di rinascita; una rassicurante scoperta delle molteplici ricchezze nascoste in fondo al timore che spesso si prova nei confronti dell’ignoto. Una lettura leggera ma non superficiale; una stimolante analisi delle varie opportunità che la vita sa offrire. Tra una figura di tango e un’indagine da dilettanti, c’è spazio per sorridere e per riflettere, sull’amore, sulla famiglia, sulle nuove opportunità. In una parola, sulla magia della vita.