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Nuove geografie del suono

Nuove geografie del suono

Non esiste un luogo in cui non si possa essere simultanei con l’udito. Il suono in sé è direzione in movimento, è zona di possibilità in movimento che si offrono all’ascoltatore immerso in un’azione di ascolto profonda, un tentativo di andare oltre le griglie del linguaggio, dei segni codificati, dei binari convenzionali. Disegnare soundscape, nuove cartografie del suono, è esplorare spazi inusitati, spesso ai margini, abbandonati, in cui vivono complessi livelli di interferenze, interscambi, pulsazioni sonore, rimandi, eco e relazioni. Aprire a questo ascolto significa scoprire – con rinnovato stupore – l’invisibile, l’imprevedibile, il non conosciuto, in un era, l’Antropocene, che è affetta, oltre che da antropocentrismo, da radicato oculocentrismo. Generare nuove possibilità di esperienza dello spazio e delle sue trasformazioni è ascoltare il complesso reticolo dei suoni che ci informa di interrelazioni umane e non umane da perlustrare in posizione in-stabile, mobile, interrogativa, fluida. “Un’immersività critica” della pluralità d’ascolto, capace di generare altre narrazioni in spazi “liberi da costrizioni geografiche e culturali”, da costrizioni archiviali. Lontano dal punto di vista indotto, veicolato dal controllo, dall’alto di mappe digitali dettagliate, la prospettiva “focaultianamente” si immette nel poroso, nello stratificato, nelle direzioni di movimento, i milieu suggeriti da Deleuze e Guattari. Potenza epistemologica del suono in ottica post-coloniale…

Il saggio di Leandro Pisano, frutto di uno studio dottorale di tre anni e di tanti altri di lavoro sul campo confluiti anche nel Festival Interferenze e nel progetto Liminaria, è di estremo interesse. Analizzando pratiche estetiche di lavoro sul campo, di esperienza dello spazio attraverso l’arte nel suono, con il suono, Pisano indica un prezioso cammino di ricerca sull’ascolto profondo, sul Terzo Paesaggio Sonoro, sull’adottare una prospettiva acustemologica facendo davvero emergere dalle sue righe il carattere “immersivo” del suono e l’importanza dell’esperienza con esso, fuor di dialettica e discrimine tra sound art e musica, a individuare i tratti fecondi di una filosofia del suono, e di un’estetica della relazione con i suoni. Gli inserti da Iain Chambers a suggerire una criticità ecologica dell’ascolto, i possibili mondi sonori nelle parole di Salomé Voegelin; i progetti di soundscape: Audiomapa.org di Fernando Godoy, i Sounds from Dangerous Places di Peter Cusack, El Tren Fantasma di Chris Watson, gli esperimenti di Enrico Coniglio: questi e tanti altri viaggi e riflessioni sonore – la scrittura del suono - si dipanano in tre densi capitoli a dilatare lo spazio da esplorare, “fino a diventare paesaggio interiore”. Anche al lettore poco addentro ai sound studies, forse distratto da un suono veicolato, controllato, corrotto dall’ipertrofia visiva della società odierna, la ricerca di Pisano apre più di una porta, ispirando come i buoni libri sanno fare. E questo lo è sicuramente.