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Occhi chiusi, spalle al mare

Sono le cinque e ventiquattro di un mattino di giugno. La città dorme, regna un profondo silenzio tranne che per il rumore del SUV condotto da Piero. Il suo cuore batte all’impazzata all’interno dell’abitacolo. Tensione e sudore. Sente di potercela fare, sente di poter arrivare puntale a quello che è l’appuntamento più importante della sua vita, in un palazzo abbandonato. Lì lo attendono una donna e un bambino: Jasmine e Yousself. Ha paura, Piero. Tanta paura. È solo la terza volta che usa la macchina di suo padre, l’ingegner Mauro Righieri, l’uomo che, a parer del figlio, non era mai stato bambino, l’uomo adulto da sempre. Sono le 5.30 e Piero perde il controllo del veicolo. Si sveglia in un letto di ospedale, in una stanza dalla mura bianche, nel reparto di Terapia intensiva. Immobile, fermo, occhi chiusi. A un certo punto scorge gli occhi di suo padre là fuori dalla stanza. Suo padre, quel concentrato di “ammmonizione e autorità” ben distante dalla dolcezza di Viola, sua madre, andata via troppo presto: Piero era solo un bambino di nove anni…

Quarto romanzo dello scrittore e compositore Donato Cutolo, Occhi chiusi, spalle al mare dipinge con una prosa essenziale e delicata il quadro di un rapporto padre-figlio dominato dall’assenza di amore. Piero, orfano di madre, è schivo, chiuso nel suo mondo entro i confini delineati da un padre autoritario e privo di slanci affettivi. Ma la vita offre sempre qualche possibilità anche sotto forma di casualità: sarà infatti il caso a fornire a Piero l’opportunità di esprimersi, di essere se stesso e di offrirsi a qualcuno che di opportunità ne ha avute ben poche. E sarà quel caso che permetterà al giovane di staccarsi dal modello paterno con coraggio e, soprattutto, con estrema sensibilità. E sarà possibile vivere con gli occhi aperti e con il viso rivolto al mare. Ambientato in un’isola immaginaria del sud, Isonta, destinazione ideale per gli sbarchi clandestini, l’opera rispecchia argomenti di forte attualità, con il grande merito di essere descritti senza un filo di retorica. Il romanzo è anche accompagnato dalla colonna sonora di Rita Marcotulli con la voce di Sergio Rubini, scaricabile sul sito dell’editore, che aiuta a dare una voce altra ai protagonisti e a rendere ancora più vivide e materiali le immagini.