
È una donna carina, con lineamenti regolari, naso, occhi e bocca nella norma. Se ne sta lì, piantata nel centro della corsia, come se un pensiero profondo avesse catturato la sua mente. Due bambini, attaccati alla sua gonna, le si aggrappano ai fianchi mentre stringono il tessuto. La donna ora stringe l’impugnatura del carrello vuoto e bofonchia frasi incomprensibili. Dice che ci ha provato e riprovato, ma che non finirà mai. Poi si copre la bocca con la mano e tutto il suo tormento si concentra negli occhi... Lei e Howard si sposano nei tempi che precedono la legalizzazione dell’aborto. Ha vaghe informazioni sui viaggi di alcune donne verso Porto Rico o altre località tropicali in cui è possibile abortire senza dolore e in estrema sicurezza. Dopo, c’è anche il tempo per abbronzarsi e imparare i balli latini. Lei, invece, un aereo non l’ha mai preso e, d’altro canto, conosce alla perfezione la storia di donne sfortunate che restano per ore nei retrobottega a sanguinare come fossero fontane; povere ragazze che paiono essere state mandate al macello e i cui pezzi, quando le cose vanno male, vengono distribuiti tra i vari bidoni dell’immondizia della città. La madre di lei non vede l’ora di diventare nonna. È il suo sogno. Il suo obiettivo invece è quello di restare legata a Howard per sempre... La prima moglie di Howard non ne vuole sapere di lasciarlo andare. Telefona giorno e notte e lascia messaggi davvero poco comprensibili. Ne lascia addirittura per il piccolo Jason che la chiama Weeny, la lagnosa. È davvero strano che Howard sia stato attratto da una come Reenie: piccola, ossuta e con grandi lentiggini in tutto il corpo. Durante il matrimonio tra Reenie e Howard – durato sette mesi in tutto, così poco che, quando si è concluso, Rennie non ha voluto rivendicare il suo diritto agli alimenti – lei lo pugnalava di notte con le sue ossa e lui non riusciva a dormire. Ora no. Ora, con la nuova moglie e le sue forme morbide, può davvero dormire, nel vero senso della parola. Howard non fa che ripetere che una donna abbondante al suo fianco è essenziale per la sua sopravvivenza...
Una serie di episodi legati tra loro, che raccontano le vicende, singolari e a tratti umoristiche, di una donna e del marito Howard, fotografati in momenti quotidiani capaci di rivelare i lati più interessanti delle loro personalità; si tratta di istantanee attraverso cui l’autrice esplora tematiche importanti: la maternità, la noia del quotidiano, il sesso, i rapporti di coppia, il desiderio. Hilma Wolitzer – americana, classe 1930, una delle voci più interessanti del panorama narrativo degli Stati Uniti – ha dichiarato più volte, nelle interviste che amava rilasciare: “Non credo che esistano vite ordinarie. Ogni vita è straordinaria”. Ed esistenze straordinarie, proprio grazie alla loro quasi banale ordinarietà, sono quelle che l’autrice mostra al lettore in questa singolare raccolta, nella quale spaccati di vita quotidiani e all’apparenza insignificanti vengono raccontati nel dettaglio, con una precisione che colpisce e diventa l’essenza stessa di ciascun racconto. I personaggi sono presentati con un’accuratezza che incanta; ne viene rivelata in alcuni casi la saggezza, in altri il disincanto, in altri ancora ciò che emerge sono le crepe dell’anima. La grande abilità dell’autrice, quella di condurre il lettore verso un sentiero all’apparenza certo, salvo poi svoltare all’improvviso verso una nuova direzione e, molto spesso, verso un finale inatteso, è il punto di forza dei racconti contenuti in questa raccolta. Si tratta di testi spassosi e godevoli, che si leggono con piacere e appagano anche il lettore più esigente. Sono umoristici e intensi; spingono a interrogarsi e non offrono soluzioni; divertono e stimolano la curiosità. Una prosa attenta, che mostra l’attenzione dell’autrice nella scelta accurata di ogni singola parola; intrecci ben architettati e uno studio molto approfondito dei personaggi, che si insinuano nel cuore del lettore e lì restano a lungo.