
Ansa 2 agosto 2020, il virus del Covid-19 continua a diffondersi nonostante il lockdown. Monica conosce Ernesto a un convegno, a presentarli è un amico comune. Convenevoli di rito, complimenti per i pezzi che lei ha scritto sugli Stati Uniti, una battuta scontata sul fatto che somiglia a un’attrice famosa e chiacchiere futili (“Questo non sa neanche litigare, forse se me lo scopassi starebbe zitto”). Al termine del convegno tutti si scambiano i biglietti da visita e nemmeno dopo un’ora ecco che lui le manda un messaggio: è felice di averla conosciuta. Ernesto di quel primo incontro ha ben chiaro il ricordo del vestito rosso di Monica (in realtà l’aveva già adocchiata grazie ai social). Le ha detto che assomiglia a Sigourney Weaver, un approccio idiota lo sa, per di più lei sembra schiva, intelligente, snob. In poche parole non è il suo tipo. Durante la cena hanno pure discusso e Monica gli è sembrata una femminista esagitata (“Se me la scopassi magari se ne starebbe zitta e farei un favore all’umanità”). Tre giorni dopo si contattano sui social, un’ora di botta e risposta, la tensione tra loro è palese. La pandemia va avanti da 211 giorni e Monica accetta di uscire con lui. Si trovano a Desenzano, ad animare la giornata un gelato, una passeggiata, i baci, la voglia di fare sesso. Ernesto le chiede una relazione esclusiva, ma a lei non importa se lui va con altre, non ha aspettative ed è disposta a prendere quello che viene. È l’8 ottobre e mentre sorseggiano del vino seduti a un tavolino del porto vecchio Ernesto riceve sul cellulare una foto erotica da parte dell’amante, che le mostra senza problemi. Fanno una passeggiata sulla spiaggia e Monica respinge i suoi assalti, non è felice, ma quando raggiungono il parco fanno l’amore dietro un cespuglio, almeno finché non vengono visti. Passano i giorni e si incontrano a Brescia, Ernesto parla dei libri che ha scritto, lei lo invita a casa, è un invito importante e desidera che lui se ne renda conto. Fanno l’amore e così va avanti nei giorni successivi: bicchieri di vino, chiacchiere, discussioni, sesso. Ogni volta che si incontrano potrebbe essere l’ultima...
Il prologo del romanzo fa riferimento a una citazione del libro My beautiful, di John Berenger. Parte dall’idea che il desiderio sessuale reciproco e condiviso serva a offrire una tregua “fisica” dal dolore del mondo, una pausa, uno sfogo, che nulla ha a che vedere con il concetto di felicità. Tra i due amanti Ernesto appare come il più consapevole del momento che stanno vivendo e di come non possano aspettarsi che ci sia altro: “Parliamo di cose che non possiamo fare, di vette che non riusciamo a raggiungere, di vite che non riusciamo a tessere insieme”. Entrambi hanno famiglie e lavoro da gestire (e nel caso di Ernesto altre amanti) e gli incontri tra loro sono finalizzati allo sfogo sessuale, pur alternando le performance e i giochi erotici a qualche pasto condiviso e una parvenza di appuntamento: “Poi il sesso, che è il solito groviglio di sudore e sangue. Ed ecchimosi”. Litigano, scopano, soffrono. Monica desidera l’amore, ma è lucidamente consapevole delle bugie dell’amante e che la loro relazione sia priva di un minimo di cura nei confronti dell’altro, Ernesto non può fare a meno di lei, eppure nutre il terrore che il marito li sorprenda o qualcuno lo riconosca quando passeggia con lei (per le sue comparsate in tv). Nessuno dei due ha interesse a distruggere i rispettivi matrimoni. Ciò che hanno imbastito per distrarsi e consolarsi li travolge, portando invece altre frustrazioni e una relazione tossica e aggressiva. La struttura del volume, che è la cronaca della storia tra i protagonisti, procede su una doppia narrazione: il punto di vista di Monica e poi quello di Ernesto (occorre precisare che gli autori del volume utilizzano due pseudonimi per questioni di privacy, perché, pare, nella vita reale siano più o meno noti). Ogni capitolo presenta un cappello introduttivo che riporta i dati relativi all’epidemia Covid del periodo degli incontri clandestini, perché pandemia o meno, al sesso difficilmente si rinuncia.