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Oltre il giardino

Oltre il giardino

Il viaggio di Chiara inizia un giorno d’estate; nella sua valigia poche cose importanti: giocattoli, carte geografiche e libri. La destinazione è un paese lontano dove c’è un dentro e un fuori. Dentro c’è un grande giardino selvaggio con fontane, melograni, uccelli che cantano e persino uno stagno con una carpa di più di cent’anni. In quel giardino un tempo ci hanno vissuto principi e principesse, ora Chiara ci corre e ci gioca insieme al fratello più piccolo e un cane giallo. Fuori c’è una città che è diventata nera, piena di uomini con la barba e il fucile, con rumori di bombe e grida di donne. Un muro alto e possente divide il dentro dal fuori, protegge Chiara e la sua famiglia, dona serenità ai giochi dei bambini. Fino a quando fratello e sorella decidono di spingersi in fondo al giardino, dove un cancello di ferro separa i due mondi ma lascia intravedere ciò che vi succede; qui gli occhi di Chiara si incrociano con quelli di Massoud che, con un agile balzo, scavalca il muro ed entra nel mondo di dentro. Nonostante la paura iniziale tra i due nasce una profonda amicizia che supera i confini del Dentro-Fuori e li porta in quel giardino incantato vissuto da antichi principi e principesse…

Francesco Mezzalama è ambasciatore italiano a Theran e nell’estate del 1981 la sua famiglia lo raggiunge, nonostante l’Iran sia, in quegli anni, il centro di una sanguinosa guerra. La piccola Chiara vive quel periodo a Theran in una lussuosa dimora con un grande giardino, protetta dalle possenti mura che lo circondano. Nel 2015 pubblica per la casa editrice e/o il romanzo “Il giardino persiano” in cui racconta proprio quell’estate del 1981 in Iran. Con l’illustratore francese Régis Lejonc ripropone questa bella storia di amicizia in un’edizione per bambini pubblicata da Orecchio Acerbo. Il testo è raccontato in prima persona da Chiara, che con la semplicità e l’innocenza che caratterizzano i bambini descrive ciò che succede intorno a lei, suddividendo il mondo in Dentro (al giardino) e Fuori (al giardino). Nel mezzo il muro che diventa allo stesso tempo protezione e gabbia e che, metaforicamente, crolla quando Massoud lo vìola e porta Dentro il Fuori, ma senza l’orrore e la guerra. Il giardino diventa allora il punto di partenza per un nuovo mondo, fatto di fantasia e di eroi che vincono il male. Un ricordo che Chiara trasmette ai lettori in modo semplice e puro, come se a raccontare non fosse l’adulta ma quella bambina di qualche anno fa. Una breve introduzione descrive molto chiaramente la situazione politica che l’Iran si trova a vivere in quei difficili anni e il motivo per cui l’autrice vi si trova. Régis Lejonc descrive il racconto attraverso tavole che ricordano delle vignette, utilizzando dei rossi cupi per descrivere il Fuori e dei verdi lussureggianti per raccontare la quiete del giardino, mentre i tratti arabeggianti marcati di nero ricordano la cultura persiana. Due mondi che riescono, volendo, a dialogare anche senza le parole.