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Omicidio a Berlino

Omicidio a Berlino
Gennaio 1949. Gli Alleati si sono spartiti la Germania in quattro zone distinte di occupazione militare. Berlino però diventa fin da subito terreno di contesa. I sovietici decidono di scacciare le altre potenze alleate, togliendo loro tutte le vie d’accesso ai settori occidentali. Il blocco che paralizza la capitale tedesca è una presenza ingombrante anche se il ponte aereo organizzato dagli americani ne consente la difficile sopravvivenza. I neonati servizi segreti si danno già battaglia in questo scenario dissestato e ogni mossa è permessa pur di far prevalere la propria parte. Una guerra non convenzionale che già in molti cominciano a definire Guerra Fredda. Alex Meier ritorna nella sua Berlino dopo averla lasciata nel 1935. Si era infatti rifugiato negli Stati Uniti d’America, essendo di fede ebraica. Il suo ritorno ha uno scopo ben preciso: una missione. Poco tempo prima le sue simpatie comuniste gli hanno procurato rapidamente le ire del senatore McCarthy e quindi un immediato decreto di espulsione. La CIA però ha la soluzione pronta: Alex deve tornare nella sua città natale e raccogliere informazioni sui russi, evitando così la deportazione grazie al favore reso al Governo degli Stati Uniti d’America. Alex si ritrova così invischiato in un pericoloso doppio gioco e il dover spiare la sua vecchia fidanzata, passata dall’altra parte della barricata, complica dannatamente le cose…

Joseph Kanon ci fa dono di questo interessantissimo thriller storico, impreziosito da fasi di spionaggio di altissima qualità. L’autore americano, classe 1946, è un autentico esperto del genere e ha già prodotto cinque romanzi dello stesso tenore. Su tutti possiamo citare The Good German , da cui è stato tratto Intrigo a Berlino, con le interpretazioni di George Clooney e Cate Blanchett. Omicidio a Berlino è già stato definito dal “New York Times” e dal “Wall Street Journal” come uno dei più bei thriller dell’anno e anche per esso è imminente una trasposizione cinematografica. Il romanzo in questione ha una ricostruzione capillare e granitica, tanto da sembrare quasi un saggio storico. L’autore riesce a destreggiarsi con maestria attraverso tutte le sigle di organizzazioni segrete e non che affollavano la Germania del tempo. Il lettore potrà conoscere metodi e scopi del SED, il Partito di Unità Socialista della Germania, dell’OMGUS, l’Ufficio del Governo Militare degli Stati Uniti e soprattutto della famigerata Stasi, il ministero della Sicurezza di Stato della Germania Est, con il suo sterminato esercito di IM, Inofizielle Mitarbeiter, ovvero collaboratori non ufficiali. Una nota di colore interessante è rappresentata dalla presenza nella narrazione di personaggi celebri come Bertolt Brecht, Anna Seghers o Helen Weigel, seppur descritti secondo l’idea che l’autore ha di loro nella sua immaginazione, per sua stessa ammissione. Dialoghi acuti e ricchi di humour, scene d’azione molto ben raccontate e un finale sorprendente fanno di Omicidio a Berlino una lettura imperdibile per tutti gli amanti del genere.