
Un cavaliere della corte di Re Carlo Magno, eponimo dell’eroe dell’Orlando furioso, s’innamora della bellissima figlia dell’imperatore cinese Angelica. Ma egli ne idealizza le virtù della ragazza e la pone al di sopra della condizione ordinaria, soprattutto al di sopra del desiderio carnale. E quando viene a sapere che Angelica si è innamorata e si è concessa a un umile soldato con il quale ora vive felicemente, perde del tutto la ragione e inizia a compiere ogni forma di scelleratezza. Chi ha letto la memorabile opera di Ludovico Ariosto conosce a quale stratagemma l’autore sia dovuto ricorrere per restituire a Orlando il senno, senza che egli ne potesse ricordare la causa della perdita. Senza sollevare il velo illusorio dell’idealizzazione sotto il quale era confortevole idolatrare l’oggetto del proprio amore. A guarire definitivamente Orlando provvede allora Rosalinda, l’Angelica di Shakespeare. In Come vi piace la giovane si traveste e si esprime con linguaggio maschile. A poco a poco gli demistifica lo sguardo, gli decostruisce stereotipi e pregiudizi. Perché lo ama e desidera che la loro unione futura risulti assai più autentica rispetto a quanto le parole di Orlando lascino intendere…
Scomparso nel luglio del 2016 all’età di novantatré anni, Yves Bonnefoy non è stato solo uno tra i maggiori poeti del nostro tempo. Ma anche un arguto e sensibile autore di raffinati studi critici dedicati al mondo dell’arte e della letteratura. Tra le migliori opere di questo genere figurano anche i quattro saggi raccolti nel presente volume curato da Fabio Scotto che, meditando sul tema dell’idealizzazione poetica della donna, mettono a confronto il poema di Ariosto con il teatro di Shakespeare. Libri che Bonnefoy dimostra di avere non solo letto ma profondamente amato e frequentato. E, in ossequio alla sua duplice veste di studioso e scrittore d’immaginazione, opera nei confronti del personaggio di Orlando una sorta di capovolgimento morale o quanto meno una rettifica letteraria. Intendiamoci: il filologo è sempre alle poste, ma quando decide di privilegiare uno tra i diversi racconti tramandati sul protagonista, Bonnefoy sceglie quello che rivela quanto le trasfigurazioni risultino alfine una forma d’impoverimento, poiché producono solo astrazione e affidano il rapporto tra uomo e donna alla precarietà illusoria dei sogni.