
Marò, Lobianco e D’Alessandro detto Sasà si conoscono da una vita, sin dall’esperienza in Aspromonte. Marò adesso è vicequestore al commissariato Politeama, a Palermo. Anche Lobianco e Sasà sono rientrati a Palermo, il primo come Questore, il secondo come sostituto commissario. L’Aspromonte li aveva uniti particolarmente, al netto di una piccola faida intestina tra Lobianco e Sasà: entrambi avevano perso la testa per quella bellissima poliziotta, formosa, mediterranea. E Marò ne era quasi lusingata, incapace di scegliere tra i due, per motivi differenti, tra carnalità e virilità. Per questo motivo la sua proposta era stata chiara: entrambi. Peccato che nessuno dei due fosse stato d’accordo. Con una stretta di mano la storia si era chiusa all’epoca, lasciando una forte amicizia tra i tre, intervallata da impulsi ormai da soffocare. Al Politeama, dove sono adesso, non succede mai niente. Di solito. Finché un giorno non succede l’insolito. Un morto ammazzato. Ma non un morto qualsiasi, un morto eccellente. Finalmente Marò potrà mettere alla prova il suo intuito...
Panza e prisenza. Un modo di dire tipicamente siciliano, una forma di accoglienza, riservata agli invitati a cena. “Grazie per l’invito, cosa porto?” – “Panza e prisenza”. Una frase che sottintende il piacere dell’ospitalità, della preparazione di una ricca tavola imbandita, riservata a un ospite così importante da dover portare solo se stesso e la propria “panza”. La panza è fondamentale, perché gli inviti non sono mai minimalisti e il numero delle portate necessitano un certo impegno. Giuseppina Torregrossa intitola proprio così il suo romanzo, usando un modo di dire, costellandolo di elenchi di ingredienti e ricette, abbinati alle vicende che si susseguono lungo i capitoli. Anche all’inizio, quando racconta dell’omicidio eccellente intorno al quale verterà tutta la storia, lo fa intrecciando i momenti con riferimenti culinari e in particolare con la ricetta messa in piedi dalla moglie del povero malcapitato. Anche il rapporto tra i protagonisti, l’ambita Marò e i colleghi Lobianco e Sasà, è scandito da inviti a cena e piatti prelibati, nella loro semplicità. Il cibo diventa una scusa per fare conversazione, per raccontarsi, per confidarsi. Il cibo unisce e fa da sottofondo. Sempre presente, anche nei momenti di alta tensione. L’importante è presentarsi come si deve, con panza e prisenza.