
“Un luglio così caldo a Firenze non si era mai visto”. Il piccolo Durante, “o come dicevan tutti, Dante”, è un bimbo “con la testa piena di sogni”. Un bimbo che approfittando di una scampagnata a Monte Ceceri, in località Camerata, tra Fiesole e Firenze, si allontana in esplorazione e finisce per trovarsi “dinanzi a un gran buio nero”. La tana di un drago? Di un gigante? Un antro che potrebbe assomigliare a quello da cui iniziò il travagliato viaggio nell’Oltretomba raccontato nella Divina Commedia. Come anche nelle sue due parodie disneyane, ristampate e raccolte in questa speciale edizione affidata ad Augusto Macchetto, e alle bellissime illustrazioni della disegnatrice Giada Perissinotto e del colorista Andrea Cagol. Nella prima, L’Inferno di Topolino (1949-50), Dante-Topolino e Virgilio-Pippo vengono ipnotizzati da un compare di Gambadilegno e, in piena confusione, finiscono per addormentarsi, ritrovandosi magicamente a percorrere i cerchi di un inferno fatto di poveri diavoli, vecchi amici e paradisiache visioni! Ne L’Inferno di Paperino (1987), invece, il nostro sfortunato eroe, nel tentativo di fuggire dal caos cittadino e dalla burocrazia moderna, finisce per addormentarsi in pieno Grand Canyon e a passare da una fin troppo rilassante lettura della Commedia ad un “antro oscuro” in mezzo al fiume Acheronte dal quale lo salverà il poeta Arkimedio, non prima di avergli fatto godere delle punizioni che nell’Aldilà spettano a chi sulla terra non rispetta gli altri e la natura…
Da Gerusalemme a Firenze il salto è notevole, ma non è per la coerenza interna che vale la pena approfittare di questo albo. Le 40 pagine inedite del fumetto che gli dà il titolo sono un gradevolissimo viatico al recupero di alcune delle tavole più belle mai prodotte dalla Disney. Due modi di vivere e di intendere la vita – quello di Topolino e quello di Paperino – molto diversi tra loro, ed entrambi incredibilmente distanti da quello dell’Alighieri, attendono dopo la favola moderna che ci accoglie. Una fantasia giocosa, tra prosa e poesia, libro e fumetto, che allo stesso tempo svela la professionalità dietro un’operazione del genere. All’ispirazione del Dante bambino, prima dell’apparire della supposta scintilla e dell’ipotesi sulla vera origine della immortale e divina Commedia, fa da contraltare la descrizione della fase creativa, le tappe di una ricerca che conduce dal bozzetto alle tavole definitive. Una vera fabbrica delle idee che lascia presto il posto all’entusiasmo e alla magia. E a una introduzione quasi ampollosa, che non tenta di adeguarsi al tono successivo, ma insieme evita di distaccarsene troppo. Forse rendendo l’approccio più digeribile a noi vecchi fan che ai meno avvezzi alle terzine dantesche. In fondo gli stessi che – “tutti sulla stessa barca”, come dichiarato – hanno attinto ai propri ricordi per regalarci questa edizione speciale. Molto scritta, con poche immagini, pochissima poesia e senza fumetti. Testi brevi, snelli, di ampio respiro, completati da immagini a tutta pagina, volutamente sbozzate, a suggerire una fascinazione d’altri tempi. Magari nella speranza che qualcuno dei nuovi lettori non abbandoni il viaggio prima di arrivare in fondo. O che prenda uno slancio tale da poter affrontare il doppio registro di quella meraviglia che ancora oggi resta la versione del 1949, L’Inferno di Topolino. Un’opera immortale, grazie alle geniali terzine di Guido Martina che accompagnano Topolino-Dante e il burbero Pippo-Virgilio nel loro incedere. Un vero capolavoro anch’esso, niente affatto datato e nel quale il segno dei tempi si scorge esclusivamente in certe scelte grafiche quasi violente, cruente, e decisamente per nulla politically correct. Una vetta che in molti potranno avere la gioia di scalare per la prima volta, per poi finire il percorso con il più rassicurante Inferno di Paperino. Con il ritorno a un tono da fumetto da edicola, lineare e veloce, addirittura sincopato, che rielabora il concetto di contrappasso in una storia che si conclude con ben altre stelle da quelle dantesche. Insomma, un’offerta – come diceva qualcuno – che non si può rifiutare, e che celebra in maniera unica il Sommo Poeta e la sua Beatrice, rivelandoceli per come non li avevamo mai visti. Un omaggio capace di superare ogni barriera e di raccontare un capolavoro in modo da riuscire a trascinare nel viaggio del Sommo Poeta un pubblico di (quasi) ogni età.