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Partigia

Partigia

All’indomani dell’armistizio firmato dagli italiani a Cassibile con gli alleati, l’Italia di fatto si spacca e vive la stagione della Resistenza, cui non sfugge lo scrittore Primo Levi. In una maniera che non passa assolutamente inosservata, lo stresso scrittore fa calare un velo di silenzio sulle settimane da lui trascorse come ribelle nella valle d’Aosta dell’autunno 1943, prima della sua cattura e della deportazione ad Auschwitz, alludendo ad un “segreto brutto”. Da qui prende inizio il tarlo per questo segreto, con uno sguardo particolare alle vicende proprio dei partigiani dell’Italia del Nord-Ovest, come Mario Pelizzari, l’Alimiro, che da Ivrea combatte una sua guerra personale contro il male nazifascista o come Edilio Cagni, una spia che tradisce proprio la banda di Levi prima di diventare, dopo la Liberazione, un informatore degli americani. Le vicende riflettono tutta la lacerazione, la tragicità invincibile di quegli anni, perché “i partigia” sono – secondo un modo di dire piemontese – i combattenti della Resistenza più spregiudicati nell’uso nelle armi…

Fermamente convinto che chiarire occasione e motivi della formazione del gruppo partigiano di Primo Levi possa dare un contributo importante sul periodo della Resistenza senza temere l’adozione di prospettive storiografiche appiattite sul localismo e le sue anguste prospettive, lo storico di lungo corso Luzzatto allarga di fatto gli standard della saggistica storica, coniugando robustezza di fonti e ritmo trattatistico degno di uno scaltrito sceneggiatore, con le primissime pagine nelle quali il dettaglio dei personaggi realmente esistiti, di fatto, sortisce un accattivante effetto iperrealistico. Opera che elude la tentazione dell’iconografia santificante senza però prestare il fianco al revisionismo, strutturalmente coriacea ma non pesante, Partigia è capace di donare al lettore l’atmosfera sospesa della fucilata secca e fulminea, che lascia nell’aria l’odore pungente della polvere da sparo, come un dubbio prepotente a fare da sfondo all’indecifrabilità degli eventi.