Salta al contenuto principale

The Passenger - Giappone

passengergiappone

Sapete che Tokyo è la città con la maggiore densità di ristoranti al mondo e che il Giappone è all’ultimo posto nel mondo per ore di sonno? I giapponesi si salutano inchinandosi, ma le effusioni in pubblico sono motivo di imbarazzo, anche nelle coppie, eppure piangere in pubblico in determinate occasioni è segno di sincerità e rispetto. Il Giappone è noto per il senso di responsabilità collettiva, ma nel privato sono ancora le madri a doversi occupare delle incombenze familiari. All’omotenashi (ospitalità) verso gli ospiti si contrappone una ferrea gerarchia sociale ed è quasi un obbligo essere duri e scortesi in certi contesti, come un dirigente sui dipendenti o un allenatore verso la squadra... Dal dopoguerra il limite di vita di un edificio è di trent’anni, una scelta utile a mantenere attivo il settore edilizio e effettuare adeguamenti sismici, ma gli edifici pubblici e i grattacieli sono realizzati in modo da superare tale standard. Il valore di un edificio è dato dalla sua importanza storica e geografica, come il tempio di Ise che ogni vent’anni viene demolito e ricostruito. Un meccanismo immutabile? Ovviamente no, la crisi colpisce tutti... L’11 marzo 2011 ha segnato profondamente il Giappone, il terremoto (di intensità tale da spostare l’isola di 4 metri verso gli Stati Uniti) e lo tsunami che ne è seguito, con onde di 40 metri, hanno ucciso circa 20 mila persone. A nord il reverendo Kaneda nel suo piccolo tempio è stato a lungo impegnato nell’esorcizzare gli spiriti di coloro che sono annegati sulla costa e insieme ad altri monaci ha prestato supporto spirituale ai sopravvissuti. Gli spiriti e il culto degli antenati hanno una grande importanza in Giappone… Le donne del periodo Shōwa (1926-1989) hanno sempre dedicato il loro tempo libero alla creazione di oggetti. Specialmente nel dopoguerra cucinare e realizzare a mano abbellimenti per la casa, fino a tenere corsi per le altre donne, era un’attività comune che le aiutava a realizzarsi, ma non sempre supportata dai mariti che volevano casalinghe dedite alla casa e ai figli… In Giappone ha preso piede una setta shintoista fondata ufficialmente nel 1997. Ha come obiettivi eliminare la costituzione pacifista ufficializzata dopo la guerra, eliminare la parità tra i sessi, eliminare le leggi a tutela dei diritti umani, cacciare gli stranieri. Molti membri del governo ne sono sostenitori… A differenza di quanto accade in molte parti del mondo, sembra che in Giappone il populismo non riesca a prendere piede. Quando l’ex sindaco di Osaka, Hashimoto Tōru, ha speso parole di elogio per la schiavitù sessuale a cui sono state sottoposte le donne coreane durante la guerra (le tristemente note comfort women) è stato costretto alle dimissioni. L’ultranazionalismo che smania per tornare ai fasti del Giappone imperiale non sembra prevalere in una società egualitaria, in cui l’individualismo non è ben visto…

Il Giappone ha esercitato sempre un grande fascino sull’Occidente, con le sue tradizioni millenarie, i suoi fiori di ciliegio, i suoi samurai, ha conquistato il cuore di tanti ed è tutt’oggi meta di viaggio molto amata. In questo ricco volume dedicato al paese del Sol Levante vengono messe in luce le sue contraddizioni attraverso una serie di articoli, inchieste e racconti (incluso un brano di Banana Yoshimoto tratto dalla raccolta del 2016 Shimokitazawa ni tsuite), che mostrano come non sia immune al cambiamento, ma debba fare i conti con mutamenti sociali e generazionali destabilizzanti, con gli esiti della crisi economica che lo ha colpito negli anni ’90, con l’abnegazione verso il lavoro e le sue morti improvvise a causa dello stress, con le pressioni per conquistare l’eccellenza a scuola e in azienda e al contempo il desiderio da parte dei più giovani di essere liberi e meno soggetti a tutti gli obblighi morali e familiari che hanno condizionato i loro genitori. A desiderare con forza ordine e disciplina per tornare ai fasti del glorioso passato sono i promotori di idee ultranazionaliste, ben radicati al governo, mentre i giovani strizzano l’occhio all’Occidente, amano la musica, smaniano per i loro idoli costruiti a tavolino dalle case discografiche. Il Giappone mostra al resto del mondo un grande rispetto per la famiglia e il culto degli avi, eppure oggi è anche il luogo delle grandi solitudini; infatti, il 35 per cento degli uomini sui trent’anni non è mai uscito con una ragazza (da un sondaggio del 2017 risulta che il 42% degli uomini celibi tra i 18 e i 35 anni non ha mai fatto sesso, il 44% le donne). Tra i nomi presenti nel volume troviamo il celebre giornalista d’inchiesta Jake Adelstein, costretto a vivere a lungo sotto scorta a causa dei suoi pezzi di denuncia sulla Yakuza. Il giornalista sportivo Brian Phillips compare con un interessante pezzo sul sumo, che svela tanti retroscena e regole su una pratica antica che ha sempre affascinato molti. Non mancano nel testo curiosità stravaganti come la fissazione per il gruppo sanguigno, che può minare le relazioni e i rapporti di lavoro nelle combinazioni sbagliate. Il volume è reso ancora più suggestivo dalle numerose foto a colori.