
“O mondo... fluisci, danzi, colpisci, sibili, scintilli, abbagli...e credo proprio d’essere il solo a vedere la tua bellezza. Gli altri, tutti gli altri, passano la vita a correre”. Nell’era preistorica Penss trascorre le sue giornate contemplando e riflettendo sulla bellezza della natura. Gli altri del suo clan non gradiscono il suo stare tutto il giorno con la testa fra le nuvole, lo disprezzano perché mangia la carne per cui loro rischiano la vita ma non contribuisce al sostentamento del gruppo. Anche l’anziana madre fatica a comprenderlo: “Mio piccolo Penss, sono preoccupata per te... non fai che sbagliare: sbagli vita... tu vedi i riflessi quando dovresti guardare i pesci. Preferisci la fredda oscurità delle montagne al fuoco del tuo clan. Osservi il muschio ai tuoi piedi quando bisogna guardare l’orizzonte... non te ne rendi conto. Ma ci metti in pericolo”. Nell’unica battuta di caccia a cui si sforza di partecipare Penss si distrae e allontana dal gruppo, finendo per essere solo e braccato su un dirupo da un leone delle caverne. Ne esce fortunosamente illeso ma al suo ritorno trova solo la madre ad aspettarlo: gli altri sono partiti per la valle perché si sta alzando il vento gelido dell’inverno ed è il momento di abbandonare le montagne. Colti dall’inverno prima di riuscire a raggiungere il resto del gruppo, madre e figlio sono costretti a ripararsi in una caverna con scorte di cibo insufficienti per sopravvivere per tutta la lunga stagione fredda. Indebolita dagli stenti l’anziana madre muore e Penss si ritrova da solo, costretto ad una durissima scelta: lasciarsi morire o sopravvivere?
Magistralmente scritto e illustrato da Jérémie Moreau - autore de La Saga di Grimr e de La Scimmia di Hartlepool - Penss e le pieghe del mondo è il graphic novel vincitore del Gran Giungi (premio speciale della giuria) a Lucca Comics 2021. Tra le sue pagine veniamo catapultati all’alba dei tempi, quando l’uomo era un predatore che consumava la natura - cacciando animali e raccogliendo bacche e frutti - senza preoccuparsi di accudirla. Penss, il ragazzo che dà il nome alla storia, non ne vuole sapere di andare a caccia e passa il suo tempo a contemplare la bellezza della natura; per questo è un emarginato e solo grazie alla rabbia per la morte della madre troverà la sua strada contribuendo a scrivere la storia dell’umanità ovvero darà il via alla rivoluzione che trasformerà l’uomo da semplice cacciatore ad agricoltore, non più succube dell’alternarsi delle stagioni ma fautore del suo destino. Con questo romanzo a fumetti siamo di fronte ad una storia filosofica, ricca di spiritualità e suggestioni; una storia che - nonostante sia ambientata milioni di anni fa - riesce ad essere vicina a noi toccando temi come l’ecologismo e l’evoluzione, la solitudine e l’individualismo, la condizione femminile. L’autore mostra una notevole versatilità come disegnatore, dote che gli consente di ritrarre con maestria ogni scenario, ogni animale o ogni mutazione degli ambienti dovuta alle stagioni con una cifra grafica che sembra aver tratto ispirazione dal fumetto giapponese più tradizionale. Ottima l’alternanza di vignette dal taglio orizzontale, per accompagnare momenti di pura contemplazione, e vignette dal taglio trasversale e geometrie spigolose, per accentuare la dinamicità delle scene d’azione. Bello il messaggio che sembra sottendere questo racconto: il futuro del pianeta e della nostra esistenza è sempre stato e tuttora è nelle mani e negli occhi visionari dei giovani capaci di vedere al di là dell’abitudine.