
Ann è morta in quel momento. Eppure all’inizio sembrava una serata come tante. Aspettavano il fattorino delle pizze, e quando il campanello dell’ingresso ha suonato nessuno sospettava ancora niente. Ad entrare, però, non è stato il ragazzo delle consegne, bensì poliziotti in divisa: dovevano arrestare Walter Lesniak, suo padre. Ann da quel momento cammina, respira e mangia ancora, ma dentro è come morta. Le accuse nei confronti del genitore sono infatti a dir poco mostruose: lui sarebbe il Killer dei nastri rossi, e negli ultimi anni avrebbe rapito e ucciso ben dieci bambine. A contraddistinguere il suo modus operandi appunto la presenza in ogni occasione di nastri rossi, appesi agli alberi, che conducevano le forze dell’ordine sul luogo del delitto. Le prove sembrerebbero essere abbastanza solide, e lo stesso Walter si è ora chiuso in un mutismo assoluto: non spiega a nessuno le ragioni del suo presunto operato, né tantomeno tenta di discolparsi. Eppure per Ann ci sono molti elementi che non tornano, e poi ha una convinzione: non può credere che l’uomo che l’ha cresciuta e amata sia in realtà un efferato assassino. Ha quindi dato inizio a una folle corsa in cerca del reale colpevole…
Romy Hausmann è un nome attorno al quale negli ultimi anni, in Germania ed Europa, si sta creando un gran seguito di lettori appassionati. Anche con questo nuovo romanzo la scrittrice dimostra indubbiamente le proprie capacità, catturando il lettore in una storia ad altissima intensità in cui si susseguono colpi di scena a ripetizione. Per chi ama il genere, questo è sicuramente uno di quei libri da non perdere, dal momento che è ben costruito e ha tutti gli ingredienti al posto giusto. Molto interessante anche il colpo di scena finale, che per ovvi motivi non rivelo, e in cui avevo francamente sperato sin dal principio, giacché fa approdare la vicenda alla conclusione meno attesa. In questo la Hausmann mi ha ricordato una grande maestra del giallo come Agatha Christie, dove alla fine la scoperta dell’assassino riesce sempre a lasciare sgomento il lettore. A differenza della Christie, però, questo è un romanzo puramente commerciale e che non ha alcuna pretesa di letterarietà. Anzi, lo stile è tanto asciutto e diretto che quando la scrittrice cerca di percorrere strade anche lievemente poetiche risulta fuori luogo e non soddisfacente. In questo senso io credo che la narrazione, se fosse stata ancor più stringata e concentrata esclusivamente sugli sviluppi di trama, sarebbe risultata persino migliore di quel che è.