
Nella Milano borghese del 1919 il salotto di Sibilla ospita, quasi quotidianamente, le amiche Lalla, Lori, Nicla e alcuni dei loro amanti - o aspiranti tali. Sono donne eleganti, molto belle, raffinate, all’occorrenza perfide, anche tra di loro. Lalla, sposata e già dotata di amante, amoreggia col giovane Remo e si fa corteggiare impunemente; Lori è nubile ma sembra avere una liason con Rico. Dal canto suo Nicla, l’amica a cui Sibilla è più legata, ha un marito distratto e poco sentimentale che la spinge verso Berto, un giovane di bell’aspetto, brillante e passionale. Il Cavaliere Alberto Rizzoli, saggio e ancora piacente uomo sulla sessantina, ha un debole assolutamente non celato per Nicla, ma ambisce anche a Sibilla che ancora non si è concessa ad alcun uomo e che, tra le quattro, è la più scaltra e la meno affidabile. La padrona di casa, nonostante consideri Nicla la sua più grande amica e non manchi di sottolinearne bellezza e doti, cerca di sedurre Berto. Nel corso del tempo però, Sibilla matura un interesse extra-amicale proprio per Nicla…
Romanzo molto interessante, poco sentimentale (nonostante gli anni siano quelli del boom della letteratura rosa), persino velatamente femminista. Tra le pagine troviamo figure femminili che, nonostante il periodo storico, non hanno timore reverenziale e asservimento verso gli uomini. Tutt’altro! Si prendono gioco di loro con perfida astuzia. Se di fronte al mondo si comportano da spose fedeli e rispettose, nel salotto di Sibilla preparano adulteri e amoreggiano liberamente, tradendo a volte anche le amiche stesse. La storia si avvicina molto di più a Idylle saphique di Liane de Pougy (1901) più che a qualsiasi opera di Liala, della quale Maria Volpi Nannipieri è in parte contemporanea. Anche qui, come nel libro della de Pougy, ci si trova di fronte a un amore tra donne. Sibilla è attratta dalla bellezza bionda, bianca e ingenua di Nicla, le piace farne la sua amante, sentirne il possesso. È lo stereotipo della lesbica vampiro, della succuba (reale o di attitudine) che tanto successo riscuote in alcune serie tv dei nostri giorni (The L Word, Lost Girl, The Vampire Diaries). Siamo di fronte a un’ altalena tra thanatos e eros in cui la più debole (Nicla) dovrà lasciare la sua carnefice per non farsi prosciugare irrimediabilmente dall’amante cannibale. Non ci si lasci ingannare dalla lingua italiana dell’epoca, i termini ormai desueti non rendono Perfidie una caricatura, letto oggi, ma una storia coraggiosa, scritta da un’autrice moderna negli anni ’20 del XX secolo.