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Pericle

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Per discendenza famigliare Pericle apparteneva all’aristocrazia, ma le sue idee politiche lo assimilarono fin dal suo precoce esordio politico alla parte democratica. Già da principio, nonostante la giovane età, rivelava qualità non comuni di moderazione e di onestà, di dedizione al bene dello Stato e un eloquio non retorico e ampolloso, ma persuasivo. Insomma, al netto dei differenti e talvolta contrastanti giudizi che di lui ci sono stati tramandati, possiamo sicuramente ritenere che fu un politico di buonsenso. Una dote che non riscontreremo facilmente né tra i predecessori né tra coloro che si avvicenderanno in seguito. Una caratteristica che certamente gli Ateniesi gradivano, visto che non si stancavano di rieleggerlo alle più alte cariche pubbliche per quasi quarant’anni, dal 467 al 428 a.C. Tucidide che, come sappiamo, era suo contemporaneo pur simpatizzando per la parte avversa, ne apprezzava animo e ingegno. Ma Aristotele, ad esempio, non lo annovera tra i migliori politici della sua città e Aristofane lo critica per essersi lasciato sedurre da Aspasia, una cortigiana che gestiva una casa di malaffare. Che sia stato solo un esperto parlamentare come asserisce lo storico di fine sec XIX Karl Julius Beloc o l’anima di Atene quando la città era l’anima dell’intera Grecia a detta invece dell’altro storico del periodo Gustave Glotz, è innegabile il fatto che dopo la caduta dell’Aeropago, il regime ateniese è sotto la sua guida che si trasforma in quella forma di governo che in quel tempo assume il nome di democrazia. Una forma che, sia pure adattata ai tempi successivi è giunta fino a noi come un bene da difendere…

C’è un personaggio politico di primaria importanza per la storia dell’antica Grecia la cui vicenda personale, pur a lungo e approfonditamente esplorata, non è stata consegnata ai posteri in maniera univoca ed esaustiva. In effetti, malgrado la sua attività lo abbia reso celebre protagonista del periodo più aureo dell’antichità classica e il suo nome sia ancora oggi legato al fondamento del sistema democratico di governo, le ricerche storiografiche non sono riuscite a consegnarci un giudizio coerente sul ruolo politico e sull’immagine personale di Pericle. Per quanto sopra premesso, al lettore non sembri inverosimile che la casa editrice La Vita Felice abbia deciso di dare nuovamente alle stampe il presente testo che Gaetano De Sanctis pubblicò nell’ormai lontano 1944. Non solo perché si tratta di un libro che riassume e mette a confronto le diverse tesi emerse fin dall’antichità in una condizione di assoluto rigore e meritevole chiarezza espositiva dell’intero quadro storico, ma anche in virtù del fatto che ulteriori chilometri lineari di bibliografia critico-storiografica disponibili, non hanno lasciato emergere nuovi tasselli utili ad una definizione più congrua del personaggio. Non a caso l’autore (Roma 1870-1957), che è stato a lungo docente universitario di Storia antica, per l’altezza del suo magistero e la qualità scientifica delle sue opere è considerato ancora oggi uno dei più eminenti punti di riferimento internazionali degli studi relativi al mondo antico. E il presente libro non è una biografia consueta, ma un viaggio a ritroso nell’Atene del V secolo a.C. alla riscoperta di Atene, di Pericle e della “sua” democrazia. Un bene prezioso e necessario da leggere e collezionare.