
Londra, settembre 1930. La giovane agente di polizia è ferma in un angolo della stanza. È un pomeriggio freddo e lei se ne sta in piedi da due ore, con l’unica compagnia della ragazza arruffata e ingobbita sulla sedia di fronte al muro. L’ispettore Richard Stratton, con il sergente Caldwell, e poi un dottore del Maudsley Hospital hanno tentato invano di farla parlare. Nessuno sa quanti anni ha, né da dove viene, perché da quando è stata portata lì, sporca e con il vestito macchiato di sangue, non ha spiccicato parola. Ora sono in attesa di una terza persona convocata per interrogarla, una certa signorina Dobbs, di cui la poliziotta ha sentito parlare, ma dubita che riesca a convincere la sgualdrinella a parlare. Eppure, dopo aver chiesto una stufa a olio contro il freddo e una sedia per l’agente Chalmers, seduta accanto alla ragazza senza parlare, riesce a comunicare con lei e, quando la giovane si mette a piangere, l’investigatrice chiede una bacinella d’acqua calda, del sapone, un paio di panni e un asciugamano grande per lavarle il viso, le braccia, le mani e i piedi. E così quella ragazza, rinchiusa da dodici ore senza neanche una tazza di tè, dice di chiamarsi Avril Jarvis, di avere, forse, quattordici anni e di venire da Taunton. Avril non smette di singhiozzare, ma risponde a tutte le domande di Maisie. Il giorno seguente parleranno ancora, ma in presenza dell’ispettore Stratton: dall’esito di questo secondo interrogatorio dipenderanno molte cose. A seconda di quanto rivelerà e di quanto del suo racconto troverà conferma nei fatti, Avril Jarvis potrà o meno trascorrere il resto dei suoi giorni dietro le sbarre...
Quello di Avril Jarvis è solo uno dei tre casi che la psicologa e investigatrice Maisie Dobbs deve affrontare in Piccole bugie, il terzo episodio della serie a lei dedicata. Nella Londra del primo dopoguerra, Maisie è una donna indipendente grazie all’agenzia investigativa londinese che gestisce con il suo assistente Billy Beale, guida una decappottabile rossa, è in grado di dare preziosi contributi a Scotland Yard e risolve i misteri più intricati, affidandosi spesso alle sue intuizioni e al suo istinto, oltre che ai preziosi insegnamenti del suo mentore, il dottore Maurice Blanche. Convinta dell’innocenza della giovane Avril, mandata a Londra dal patrigno a servizio di un cosiddetto “zio”, vittima di un accoltellamento, Maisie approfitta dell’incarico affidatole da Sir Cecil Lawton — trovare le prove che confermino la morte del figlio Ralph, avvenuta durante la Prima guerra mondiale più di un decennio prima — per fornire alla ragazza la miglior difesa possibile. Il corpo dell'aviatore non è mai stato recuperato e la moglie di Sir Cecil, da sempre convinta che il figlio si fosse salvato, si è rivolta a tre presunte sensitive e, in punto di morte, ha strappato al marito la promessa di fugare ogni dubbio. E quando Priscilla Partridge, l’affezionata amica dei tempi del college, scopre che sta indagando sulla morte di un soldato, chiede a Maisie di fare lo stesso per suo fratello Peter, scomparso in Francia in circostanze mai chiarite. Questi tre casi sono connessi in modi imprevedibili anche con il passato d’investigatrice, tanto da metterla in pericolo di vita. La ricerca di informazioni sui due soldati riporta la giovane in Francia, dove tredici anni prima, dopo aver mentito sulla sua età, è stata inviata come infermiera in prima linea: un attacco all'ospedale da campo dove prestava servizio l'ha segnata nel corpo e nella mente, privandola anche dell'uomo che amava, il dottor Simon Lynch. È qui che ritorna, come dice suo padre, per "uccidere i suoi draghi”, i ricordi più dolorosi, mettendo alla prova la sua integrità morale e la sua forza spirituale. Come nei due romanzi precedenti — qui siamo nel 1930 — l’ombra della Grande Guerra con le sue ferite è ancora evidente, mentre un altro conflitto si profila all’orizzonte. Di Jacqueline Winspear si apprezzano l’accuratezza storica, le descrizioni dettagliate e realistiche, i colpi di scena e la trama avvincente, ma la vera chiave del suo successo è la protagonista: dotata di carattere e determinazione, coraggiosa, decisa e sicura di sé, ma capace di coltivare il dubbio, coerente, ma pronta al cambiamento.