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Piccole indecenze

Piccole indecenze

Nella Milano napoleonica dilaga la licenziosità tra i ceti alti. Un’aristocrazia sfatta, corrotta, celebra i riti del piacere quasi senza reticenze. C’è infatti un tacito accordo tra coniugi: si tollera il cicisbeismo o l’adulterio, a patto però che non esplodano scandali. Insomma, un gigantesco giuoco delle parti. In questo ambiente dedito all’edonismo raffinato, piomba il giovane Ugo Foscolo. Veneziano, sanguigno e intemperante. Egli intreccia una relazione amorosa con la Contessa Antonietta Fagnani Arese. Donna altrettanto focosa. E degna di stare al pari con altre chiacchierate femmine da alcova. Ma il marito teme che si possa verificare uno scandalo. Perciò incarica il vetturino, Giosué Greco, di tenere d’occhio i due amanti. Solo che il servitore si rivela infido, perché si lascia anch’egli ammaliare dal fascino del poeta- guerriero. A complicare la situazione c’è poi la delazione di una vecchia fiamma del poeta. A questo punto la situazione rischia di sfuggire di mano. Perciò il Conte interviene per allontanare Foscolo da Milano, a debita distanza dalla moglie fedifraga. Ma il poeta non è tipo da demordere facilmente. Quindi comincia a brigare per continuare a consumare i suoi amplessi appassionati con la bella contessa. Ma deve fare i conti con molti ostacoli...

Quattro quaderni con una succosa appendice scandiscono le diverse tappe dell’intreccio del romanzo. Lo sfondo ambientale vi è nettamente delineato, ed impreziosito con diverse chicche storiche: aneddoti piccanti e personaggi noti al grande pubblico, come il poeta Vincenzo Monti e consorte. Il protagonista stesso, Ugo Foscolo, è notoriamente personaggio reale. La narrazione è dunque costruita basandosi su documenti storici, intrecciandovi però elementi fantastici. Come la presenza del servo di Foscolo, Leporello, in realtà un noto personaggio letterario. Questi stessi personaggi si muovono come su un grande palcoscenico, tra intrallazzi, inganni, sotterfugi e sorprendenti equivoci. In una Milano un poco livida, grigia e sempre prona a piegarsi ai vincitori del momento. Perciò il lettore è chiamato a seguire il filo della narrazione con vigile tensione, data la successione di diversi colpi di scena. Il tutto grazie ad una prosa scarna, che procede seguendo un ritmo colloquiale, ben adeguata alla connotazione dei diversi protagonisti. Ne risulta un racconto appassionante, ma al contempo istruttivo. Quasi un romanzo-saggio, prezioso per considerare aspetti essenziali della complessa personalità di Ugo Foscolo e il contesto culturale in cui opera.