
«È molto semplice. Fino all’anno scorso ero un quadro intermedio in una società, a Parigi. Sono andato in vacanza e due uomini hanno cercato in un paio di riprese di assassinarmi, per una ragione che ignoro. Due uomini che non conosco. Per reazione, ho abbandonato mia moglie e le mie bambine e, invece di avvertire la polizia, ho cominciato a scappare, a caso»: così, in breve, Georges Gerfaut - o Sorel, o Gaillard, all’occorrenza - si accinge a spiegare la sua vita degli ultimi mesi. La donna lo ascolta, un po’ inquieta, un po’ divertita. Difficile credergli: soprattutto di fronte alle tante lacune del suo racconto. Prima fra tutte: perché non ha chiamato la polizia? Quasi impossibile, poi, credere che simili stravolgimenti possano accadere nella vita normale di gente normale. Lui non cerca di convincerla - non ci riuscirebbe, e poi non è affatto questa la cosa più importante - è già andato oltre: sta accarezzando l’idea di un’esistenza completamente nuova, diversa, da zero, seppur improvvisata e incerta. Magari lei potrebbe fare un tratto di strada insieme a lui, tuffarsi in questa avventura - per quanto? Un fine settimana? Un mese, un anno? - A un tratto si fa euforico: “Sono libero - le dice - posso fare della mia vita quello che voglio”. “Smettila di bere” replica lei...