Salta al contenuto principale

Presente anteriore

Presente anteriore
Pietro è un ragazzo gracile e sensibile. Nel cuore della notte viene strappato dal proprio letto, dai propri affetti, dalla propria casa in un luccicare di coltelli. Incatenato e trascinato a piedi fino al mare, spintonato insieme a tanti suoi compaesani, viene gettato in una stiva, scaraventato come merce nel buio maleodorante. Prigioniero dei turchi, verrà venduto come schiavo perché nessuno tra i Lucchesi pagherà per il suo rilascio. Durante i lunghi giorni e le interminabili notti di navigazione fa amicizia con ‘il Muto’ un vecchio funaio che si diceva avesse fatto fortuna tanto da potersi permettere di non far nulla e davanti alla sua baracca a Massarosa poter fissare senza dire una parola i passanti, apparentemente estraneo alla vita di chiunque. Contrariamente alla sua fama il Muto si rivela un ottimo conversatore, fin troppo logorroico, che rivela a Pietro di essere già stato, in gioventù, rapito dai Turchi e che “se si fosse fatto turco” il giovane avrebbe sicuramente avuto una vita migliore. Cosa significhi “farsi turco” Pietro lo scoprirà dopo la morte del Muto, dopo essere stato venduto come schiavo, dopo essersi convertito… Teresa non riesce a staccarsi dal capezzale della sorella, quella sorella tanto amata con quell’insolito ciuffo bianco di capelli ha la febbre alta ed ormai è palese a tutti che morirà. Ma la morte non separa le due ragazze e la vita di Teresa sarà punteggiata da sogni in cui  la sorella promette di ritornare e di passeggiare di nuovo per mano nei campi. Se ne ricorda Teresa quando sposa il soldato sceso dal treno, quando cerca di avere un figlio da lui, quando si ammala, quando finalmente nascerà Antonio e anche quando i tedeschi se lo porteranno via, ma lei crede nei sogni e la sua attesa non sarà disillusa… e ancora la fabbrica dei bottoni e un latin lover impenitente, un amore che resiste a tutto e il destino di un piccolo re abbandonato, cresciuto da contadini e rivenduto come garzone e le vicende di tanti giovani studenti che ‘per caso’ in una stessa classe non sanno che i loro passati distanti nel tempo e nello spazio stanno per unirsi in un’avventura che li sta per accomunare...
Il destino, fato, o caso che dir si voglia decide in questo libro di incontrare la memoria e la storia e, per un meraviglioso senso di giustizia o inclinazione al sogno, s’intrecciano mirabilmente. Un romanzo ben scritto, con personaggi tratteggiati con cura che si muovono in epoche diverse ricostruite alla perfezione nei dettagli in questo libro della giornalista e scrittrice Rossella Martina, che tesse trame parallele su uno stesso fazzoletto di terra con qualche puntata in luoghi lontani, ma solo per poi ritornare. Una riflessione sulla memoria, sulle radici, sull’importanza del passato, un tempo spesso distante che rischia di svanire se non raccontato, condiviso, tramandato, ma anche un inno all’amore, quello vero, quello pronto a tutto e che con forza sopravvive. Pagina dopo pagina ci affezioniamo ai protagonisti e sin da subito capiamo che sono tessere di un unico mosaico che alla fine ci sorprenderà. Una storia questa che lascia il sorriso sulle labbra e che ti costringe a lasciar passare qualche giorno prima di riprendere un libro in mano, tanta è la nostalgia che rimane attaccata all’ultima pagina.

Leggi l'intervista a Rossella Martina