
La primavera è già arrivata da un po’. Quando Lucia decide di mettere ordine nell’armadio della camera da letto, si ritrova tra le mani un cappotto di Luca, suo marito, che non gli ha mai visto addosso nei quindici anni della loro vita coniugale. Sua madre le ha spesso suggerito di disfarsi dei capi che non si indossano per tre anni consecutivi, per fare spazio e ordine negli armadi. Lucia, tuttavia, ha preferito, negli anni, non ascoltare il suo consiglio, se non altro per creare una differenziazione con quella donna che è stata tanto ingombrante nella sua vita, ingombrante come quel cappotto che è lungo e doppiopetto, di Saint Laurent. Così, anche se Luca le ha spesso ripetuto che gli ricorda un’uniforme militare e lo fa sembrare vecchio, Lucia continua, ogni anno a inizio novembre, a sistemare il cappotto nella parte di armadio destinata ai capi pesanti e a cambiargli posizione in primavera. Questa mattina di marzo il capo sa di naftalina: Lucia ne mette sempre alcune palline nella tasca interna per evitare sgradite sorprese a opera delle tarme. Oltre tutto, ama il profumo penetrante e persistente di quei cristalli lucenti che ormai, a fine stagione, si sono polverizzati. Spostando il cappotto da una gruccia all’altra, la donna nota uno sbuffo bianco, una sottile scia che parte da un taschino in alto e arriva fin sotto il fianco, in corrispondenza di una tasca più ampia. Lucia scuote il cappotto con forza ed è in quel momento che nota un rigonfiamento nella tasca più grande, quella interna. Si tratta di un pugno di carta ingiallito, dentro una busta rettangolare. È una lettera. Sgualcita, come se fosse stata maneggiata più di una volta e con rabbia. La data riportata recita 24 marzo 1985. Due mesi esatti prima del matrimonio tra lei e Luca, anzi Luca Vittorio. Questo è il nome completo di suo marito. Lucia legge le poche righe dello scritto e la testa comincia a girarle...
Il passato torna sempre a bussare alla porta di ciascuno di noi. Se poi non lo abbiamo mai completamente lasciato andare, se ancora teniamo saldamente in mano un capo di quella corda che ancora ci lega ad esso, allora la sua presenza è ancora più incombente e diventa un fardello pesante da sopportare. Questo è quanto accade a Luca, sposato da tempo con Lucia e protagonista di una vita che si muove lungo i binari di una tranquilla normalità che, tuttavia, nasconde una passione mai del tutto sopita, ancora bruciante e vivida. La vicenda narrata da Raffaella Molon Battaglia – autrice vicentina, di professione docente, al suo esordio come romanziera – mostra la vita di provincia, in parte sonnacchiosa e in parte fervente, che gravita intorno all’Università di Padova negli anni Ottanta dello scorso secolo. Lucia è una studentessa inquieta, un po’ ribelle, che studia Lettere e riesce a trovare il suo porto sicuro tra le braccia di Luca, studente di Agraria posato, È razionale e apparentemente tutto d’un pezzo. È un amore solido e senza particolari voli pindarici il loro, un’unione che sfocerà in un matrimonio che trae la propria forza nella stabilità dei loro sentimenti e nella certezza di aver operato la scelta giusta. Ma è davvero così? Nessun dubbio, nessuna incertezza ha mai minato il sentimento che sta alla base dell’unione tra Luca e Lucia? La Molon offre la risposta al lettore molti anni dopo: se ne stava nascosta nella tasca di un vecchio cappotto di Luca e racconta, in poche righe, una verità tanto amara quanto destabilizzante. Le certezze del tranquillo e posato studente di Agraria sono state scosse, a pochi mesi dal matrimonio con Lucia, da un vero e proprio terremoto, che ha le fattezze di una donna molto più grande e che incarna tutto ciò che Lucia non è: passione travolgente, rischio e fascino del proibito. Una passione da cui Luca, nell’arida solitudine interiore che accompagna ogni sua giornata, non ha mai preso congedo; una passione che diventa una scoperta dolorosa per Lucia, che realizza nel modo più amaro possibile quanto poco, a volte, si conosca il proprio partner, la persona che si ama più di ogni altra cosa e che, proprio in nome dell’amore, conserva pesanti segreti ben riposti negli anfratti più nascosti dell’anima. Una prosa delicatissima, una scrittura rotonda e curata fin nei minimi particolari, che ha in sé una certa classicità – ed è un vero piacere leggerla – per un romanzo che racconta i sentimenti, il peso del passato, la fatica di scegliere e l’amara consapevolezza che si cela dietro le più inattese rivelazioni.