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Prima di cadere

Prima di cadere

L’Ospry 700SL, un jet privato di nove posti, è fermo sulla pista dell’isola di Martha’s Vineyard in attesa del decollo verso New York. A bordo David Bateman, cinquantasei anni, boss della Alc News. Come sempre è al telefono a discutere d’affari mentre suo figlio di quattro anni JJ dorme sul sedile accanto al suo e sua figlia Rachel di nove anni e sua moglie Maggie chiacchierano amorevolmente qualche sedile più in là. Da pochi minuti sono a bordo anche Ben Kipling, banchiere con qualche grana giudiziaria all’orizzonte, sua moglie Sarah e Scott Burroughs, un pittore che Maggie ha conosciuto al mercato qualche giorno addietro e che ha invitato a fare il viaggio con loro, vista la destinazione comune. Quando Scott riemerge dall’acqua ha un dolore lancinante alla spalla e davanti a lui l’oceano è letteralmente in fiamme. Pezzi di lamiera incandescente sono sparsi ovunque e le onde gelide gli sbattono sulla faccia. Rabbrividisce quando realizza che l’aereo è precipitato e ancor di più quando in lontananza sente il pianto disperato di un bambino: è JJ, il figlio minore di Bateman. A quanto pare dell’intero equipaggio solo loro due sono riusciti a sopravvivere. Dopo otto ore di terribili sforzi e atroci sofferenze, l’uomo e il bambino riescono miracolosamente a toccare riva e a essere trasportati per le prime cure all’ospedale di Montauk. Neanche il tempo di riprendersi e Scott riceve la visita di Gus Franklin del Consiglio di sicurezza dei trasporti nazionali e degli agenti dell’Fbi. Vogliono fare luce sull’accaduto, dato che su quel volo viaggiavano dei pezzi grossi, e immediatamente Scott realizza che da quel momento per lui niente potrà essere più lo stesso...

Quinto romanzo per Noah Hawley, scrittore, sceneggiatore, produttore e sopratutto autore della pluripremiata serie tv Fargo, vero cult fra gli appassionati. E la padronanza di gestione dell’intreccio accompagnata dal ritmo serrato e martellante sono proprio le peculiarità che connotano anche questo thriller mozzafiato. Una scrittura forte, sicura, capace di creare l’abito perfetto da far calzare ad ogni singolo personaggio che viene seguito e sviscerato in ogni sua più piccola piega esistenziale, proprio per cercare di dare una risposta ai mille dubbi che attanagliano protagonisti e lettori attorno a quei fatidici diciotto minuti di mistero che hanno portato a quell’inspiegabile inabissamento. E così la commovente vicenda di un eroe nell’America assetata di storie da triturare e sbattere in prima pagina, l'odissea dell’uomo qualunque capace di portare miracolosamente in salvo un bambino dalla ferocia dell’oceano, grazie al sospetto, alla malafede, alla sete di potere, grazie sopratutto al polverone mediatico da dover dare in pasto ad un pubblico sempre più affamato di voyeurismo, proprio grazie all’emittente di cui era proprietario il defunto Bateman, rischia di trascinare Burroughs nel peggior incubo della sua vita. Un’orchestra di storie, caratteri, intrecci familiari, profili psicologici perfettamente scandagliati, una sinfonia che va in levare fin dall’ouverture, dove tutti hanno almeno uno scheletro nell’armadio e dove il marcio, la follia ma anche l’amore - concesso o negato - diventano il volano di questo intricatissimo e indecifrabile puzzle. Non solo un thriller, dunque, ma un’analisi attenta e lucidissima sul potere, sulla spettacolarizzazione mediatica a tutti i costi, su quello che la solitudine, la follia, il desiderio, la frustrazione possono portare a compiere anche a costo della propria e della vita altrui. Se siete pronti insomma, allacciate pure le cinture.