
“Rufini mi mostra il dito medio dalla finestra, come ogni mattina. È stato stroncato da un infarto due anni fa, a un mese esatto dal mio suicidio”. Due vicini di casa, le cui finestre di cucina sono talmente vicine che potrebbero stringersi la mano, se solo non si detestassero, condividono la sorte della prigionia nel luogo esatto dove sono morti. Rufini è un padre di famiglia irreprensibile, direttore di banca, marito attento che non si rassegna ad essere morto ancor prima del pensionamento. Furioso con la moglie che ha venduto l’appartamento ad una coppia gay e che si è risposata trasferendosi in centro con i figli. Ogni mattina si veste di tutto punto, come se dovesse ancora andare in ufficio e scarica il suo risentimento su Livio, che ha sempre detestato per il comportamento maleducato e la strafottenza. Livio, scrittore di successo, non si è mai veramente adattato a vivere nella società, incapace di stringere una relazione profonda con chiunque, disprezza Rufini per la sua vita ingessata che considera banale. Si punzecchiano continuamente, consapevoli entrambi di essere l’uno per l’altro l’unica alternativa al silenzio. Le cose iniziano ad evolversi quando un terzo elemento si aggiunge alla compagnia e quando Sandro, il fratello di Livio, affitta l’appartamento…
La trama originale si snoda con sarcasmo ed ironia intorno ai tre personaggi principali che devono fare i conti con la loro situazione attuale e con il loro passato. È soprattutto Livio, l’io narrante in questa storia, che si trova nella sgradevole condizione di sciogliere i nodi che lui stesso, nel corso della propria vita, ha stretto talmente forte da non riuscire a trovare altra soluzione che il suicidio. Anche come autore di successo aveva scelto la via dell’isolamento, utilizzando uno pseudonimo (svelato solo dopo la sua morte) per non doversi relazionare con il pubblico, tanto che nemmeno i vicini sapevano chi fosse veramente. Il rapporto mancato con il fratello minore, suo vero e proprio alter ego, lo fa soffrire e lo mette davanti alle proprie responsabilità. I temi toccati sono molteplici e delicati e il colpo di scena finale dà la giusta consistenza ad una narrazione disinvolta, sciolta e scorrevole, non banale. La caratterizzazione del personaggio principale offre l’occasione all’autrice di mettere in mostra una buona cultura cinematografica e letteraria citando personaggi e autori americani del secolo scorso. Questo piccolo romanzo rappresenta sicuramente un ottimo esordio.