
Harriet ha 11 anni e vive a Manhattan, sullʼOttantasettesima. Adora i panini al pomodoro, fare merenda con un bicchiere di latte e una fetta di torta e giocare a Città. Vive con i suoi genitori – che in realtà vede molto poco – e con lʼadorata bambinaia Ole Golly, lʼunica adulta della quale si fida ciecamente. Il suo migliore amico è Sport, che abita in un lurido appartamentino insieme al padre, scrittore sfaccendato e squattrinato, che non è in grado di badare né al figlio né alle proprie finanze. Harriet ha anche una migliore amica femmina: è Janie, aspirante scienziata che coltiva la segreta ambizione di far saltare in aria il mondo e che non ride mai, tranne quando è molto arrabbiata. Harriet ha le idee molto chiare sul proprio futuro: da grande vuole fare la spia. E così ogni pomeriggio, appena tornata da scuola, indossa un paio di jeans sdruciti, delle scarpe bucate, una maglietta blu con il cappuccio e un paio di occhiali senza lenti; dopodiché infila la porta di casa e incomincia il suo giro. La prima della lista è la signora Plumber, una riccona che passa le sue giornate a letto. Poi ci sono i Dei Santi, una famiglia numerosa di immigrati italiani, e Little Joe Curry, il fattorino che lavora nella loro drogheria. Infine cʼè Harrison Withers, piantonato dai servizi sanitari perché divide il suo minuscolo appartamento con venticinque gatti. Harriet spia tutta questa gente e prende appunti sul suo inseparabile taccuino. Finché un giorno, lʼinseparabile taccuino finisce nelle mani sbagliate...
Professione spia è un grande classico della letteratura per ragazzi. Harriet è una bambina vivace e sui generis, ed è molto difficile non lasciarsi coinvolgere dalle sue rocambolesche avventure di aspirante spia. Vive a Manhattan, che non è proprio lʼultima favela del mondo, infatti i suoi genitori sono molto ricchi e possono permettersi una bambinaia e una cuoca a tempo pieno. Anche Janie viene da una famiglia benestante. Sport invece è il “povero” del trio e ha una situazione familiare piuttosto complicata e ai limiti dellʼassistenzialismo. Ma i bambini, si sa, certe differenze non le notano nemmeno, e infatti Harriet, Sport e Janie sono amici per la pelle. In una storia tutto sommato semplice, Louis Fitzhugh riesce a racchiudere uno spaccato sociale davvero sorprendente. Il tutto costruendo alla perfezione i suoi personaggi, adulti e bambini, che parlano e si muovono come persone in carne e ossa: i bambini con la loro spontaneità e il loro stupore, gli adulti con quellʼalone di mistero e di incomprensibilità che li caratterizza. Poi cʼè la particolarità di Harriet, che rende il romanzo ancora più interessante: la sua originale ambizione di diventare una spia e di annotare ogni cosa – davvero ogni cosa – su un taccuino. Un libro davvero sorprendente, che inchioderà alle pagine qualsiasi bambino (e anche qualsiasi adulto). E nessuno si renderà conto che Harriet, di anni, in realtà ne ha 63: il romanzo è uscito infatti per la prima volta nel lontano 1964.