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A proposito del senso della vita

A proposito del senso della vita

Tra i vari effetti che la pandemia di coronavirus ha prodotto vi è stato quello di un inaspettato tempo libero da gestire, che ci ha portato a interrogarci sul senso delle nostre esistenze, su chi siamo veramente, risvegliando alcuni di noi dal torpore della quotidianità in cui siamo immersi, rendendoci conto che siamo più che mai preda di un malessere identitario, sia in quanto società che in quanto individui. L’esistenza sembra essersi ridotta ad una corsa infinita verso ricchezza e piacere. Tendiamo a porci domande sul qui e ora e a evitare quelle domande che implicano una riflessione. Siamo riluttanti all’attesa. Comprendiamo un po’ più chi siamo quando ci troviamo di fronte a chi è diverso da noi, creandoci in questo modo un’identità, ma un’identità per contrapposizione, che si riflette in politica nel populismo così pregnante nelle nostre società. Eppure, quello che sembra mancare è l’identificare chi siamo attraverso fattori positivi, valori che possano costruire la nostra identità per concordia. “Oggi siamo sempre meno cittadini e sempre più individui”, sempre più concentrati su noi stessi. Il pensiero di Charles Darwin sulla selezione naturale e la filosofia di Friedrich Nietzsche sull’affermazione del più potente permea la nostra filosofia di vita occidentale, un po’ meno quella orientale che attribuisce importanza alla società, come risultato dello sforzo individuale per un bene collettivo. Non c’è quindi da stupirsi se il concetto di uguaglianza risulta così poco popolare e che la disuguaglianza sociale sia schizzata alle stelle nel mondo occidentale. Siamo in crisi come individui e come società...

“Life is what happens to you while you’re busy making other plans”. Inizia così, con l’ironica e tremendamente vera citazione di Allen Saunders, il breve saggio di Vito Mancuso. Noi siamo chi siamo per nascita, ma siamo anche ciò che diveniamo, il risultato del nostro vissuto. Le scelte che compiamo sono effettuate da noi non sempre in modo consapevole, in quanto le esperienze che affrontiamo plasmano la nostra mente, creando una forma mentis più o meno aperta agli stimoli esterni. Tenendo conto della nostra forma mentis, siamo comunque liberi di effettuare le nostre scelte: “siamo noi i responsabili del senso della nostra singolare esistenza qui e ora. Il senso quindi può esistere oppure no. Dipende. Da noi”. Ma noi non siamo solo noi in quanto individui, ma siamo noi all’interno di un sistema più complicato. L’essere umano si muove in un ambiente in cui è parte di un tutto e ciò che regola l’ambiente sono le connessioni, le relazioni che si stabiliscono fra i singoli elementi. L’uomo è un essere sociale, si esprime e si realizza attraverso le relazioni armoniose che stabilisce con gli altri. In sostanza: “siamo nati per la sinergia”, folgorante citazione attribuita a Marco Aurelio, che ritroviamo fra le pagine del saggio. A proposito del senso della vita è un inno alla riscoperta di noi stessi, di chi vogliamo essere, per trovare dentro di noi il senso delle nostre esistenze, capire cosa per noi è realmente importante e in base a quello costruire quotidianamente la nostra vita, in armonia con gli altri e cercando di “aggiustare” la vita ove possibile. Il processo di costruzione delle nostre vite esige piccoli gesti quotidiani, accorgimenti da mettere in pratica, e che Vito Mancuso ci propone nelle ultime pagine del suo saggio.