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A pugni chiusi

apugnichiusi

Antony Hopkins, nella sua brillante interpretazione dell’anziano protagonista del film di Woody Allen Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni, si ritrova a esultare entusiasta quando scopre che nel suo DNA sta scritto che la sua vita potrà protrarsi ancora parecchio. Ecco allora che, oltre a sposare una giovane escort, comincia a dedicarsi maniacalmente a sé e al proprio corpo, alla ricerca di una giovinezza perpetua. Il personaggio di Hopkins altro non è che il riflesso delle figure tipiche del nostro tempo, un tempo che ha sposato la religione del corpo e vanta una schiera sempre crescente di seguaci. E, come ogni religione, anche quella del corpo implica obbedienza e una sorta di venerazione nei confronti del nuovo feticcio. Il corpo diventa quindi strumento da esibire – palestrato, atletico, levigato, tatuato, filiforme, perfetto – ma si tratta di un corpo incatenato, soggetto all’asservimento nei confronti di una nuova icona sociale che vede nell’esasperazione della cura di sé il denominatore comune cui far riferimento. Il perseguimento del benessere può finire per diventare un incubo, una vera e propria ossessione: la ricerca della forma più completa di salute si trasforma in malattia… Altro tema scottante, da tempo sulla bocca di tutti, è la crisi della funzione simbolica del padre nella società odierna. È evidente la crescente difficoltà dei padri a esercitare il proprio ruolo educativo. Perché? Le ragioni possono essere molteplici: ci sono padri troppo preoccupati di non essere amati a sufficienza dai figli per assolvere con lucidità il loro ruolo genitoriale; altri sono così angosciati per il successo sociale dei figli da non riuscire a tollerare né a prendere in considerazione anche solo la possibilità di un fallimento; infine ci sono padri ancora troppo figli per essere davvero genitori. Ecco quindi che il pater familias diventa una figura assente o, peggio, completamente afona, incapace di capire che la paternità dovrebbe essere null’altro che una “responsabilità senza pretese di proprietà”: non esigere che i figli diventino proiezione di ciò che i padri non sono riusciti a essere; non avere progetti sui propri figli…

Massimo Recalcati – psicoanalista tra i più noti e apprezzati in Italia – fa dono al lettore di un’analisi davvero interessante della realtà che ci circonda e di come sia radicalmente cambiata, in particolar modo negli ultimi vent’anni. L’autore riesce, con un linguaggio diretto – strumento perfetto per mettere in luce, se ce ne fosse bisogno, l’accurata capacità di osservazione e analisi dello studioso – a fotografare ciò che nelle ultime decadi ha davvero messo alla prova la capacità umana di vivere il cambiamento e adeguarvisi. La pandemia di COVID-19, solo per citare l’ultimo di una serie di problemi, la crisi finanziaria, la guerra, la violenza in tutte le sue espressioni hanno determinato contraccolpi psicologici di rilevanza nella quotidianità di chiunque. Ecco allora che un numero sempre maggiore di pugni chiusi si è levato, in segno di protesta – forse – ma anche per rabbia. La sofferenza è uno dei sentimenti protagonisti della vita di chi ha attraversato gli ultimi cambiamenti epocali, mostrando una crescente difficoltà a metabolizzarli. Recalcati affronta le trasformazioni che hanno interessato i nuclei familiari, il declino della figura genitoriale con particolare riferimento a quella paterna, il disagio delle nuove generazioni, il culto maniacale per il benessere e il corpo in salute, l’abuso dei social e la celebrazione dell’immagine, la precarietà dominante nel mondo del lavoro. Attraverso lo strumento della psicanalisi, ma senza abusarne, Recalcati tenta di leggere dinamiche sociali e politiche contemporanee, includendo nel suo studio anche alcune figure politiche che hanno interessato la scena negli ultimi anni e sono diventate simbolo dei nostri tempi, incarnazione di nuove tendenze generali. Putin, Trump, Mattarella, Berlusconi e Renzi sono solo alcuni dei nomi che compaiono tra le pagine del saggio, che si fa viaggio interessante attraverso comportamenti, dinamiche, relazioni e prova a individuare le ragioni dell’angoscia inedita del nostro tempo. Un racconto lucido e senza sconti; una lettura assolutamente consigliata.