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Punti di fuga

Sceglie sempre di fermarsi all'Étoile du Berger, dove un cartello avverte : "La nostra macchina ha più di cinquant'anni, non chiedetele caffè ristretti". Sono tre o quattro le generazioni che portano avanti il locale e lui ci viene proprio per questa malinconica, monotona tranquillità, forse anche perché non ha mai avuto un vero amore per il caffè, ma preferisce ordinare l'anisette, perché bere un Ricard con il giornale in mano fa molto francese. Un modo come un altro per crearsi un'identità. Si decide a tirare fuori la scatola di sigari che quel maledetto del polacco, gli ha fatto recapitare a casa invece che al fermoposta, così ora - dato che queste consegne Pilsudsky non le fa di persona - c'è qualcun altro che conosce il suo indirizzo. Mentre tira fuori il tagliasigari dalla tasca del giaccone, escono anche le chiavi e una manciata di centesimi. La vecchia, forse una tedesca, lo guarda con ribrezzo. Apre con delicatezza tutte le fascette, perché ovviamente è solo nell'ultima che...
Pino Cacucci racconta la storia dal punto di vista del suo protagonista, Andrea Durante, killer "per bisogno", un disadattato, costretto dalla sua " professione" a vivere da clandestino, a crearsi nuove identità, a spostarsi da un appartamento all'altro, da un Paese all'altro in cui ogni volta deve ricominciare da zero. Il rifugio attuale è Parigi, e in quel piccolo appartamento per lui insolitamente pieno di tante piccole comodità, nel quartiere di Belleville, ora ci vorrebbe proprio restare. Andrea sa fare bene il suo mestiere, ma uccide quel tanto che gli basta per sopravvivere, è un vinto come tutti personaggi della storia. Andrea Durante è un fuggitivo, ma Cacucci, come spiega nella postfazione, con questa storia  ribalta la valenza negativa data a chi fugge, fuggire è scelta dignitosa quando niente può essere cambiato e non si vuole diventare complici. Un romanzo di "disavventurieri", intrecci complessi tra malavita, bande e spionaggio, personaggi ben delineati e risvolti inaspettati, che sorprendono anche il protagonista,  italiano astuto e ingenuo, assassino e intenditore di musica, di arte, di cani, che parla perfettamente il francese, l'inglese. In questo romanzo scritto con abilità, scorrevole e avvincente, Cacucci si diletta a inventare "trame alla rovescia" e il lettore si diverte con lui.