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Qualcosa

Qualcosa

La principessa Qualcosa di Troppo arriva nella vita dei suoi genitori come un fulmine a ciel sereno. Il padre e la madre – Qualcuno di Importante e Una di Noi, regnanti in attesa del primo erede – si accorgono subito che tutto in quella bambina urla eccesso: a pochi giorni di vita fa esplodere un lampadario con uno strillo e, ancora neonata, prosciuga i seni della madre dalla troppa fame. Il nome della pargoletta vien da sé: Qualcosa di Troppo, in tutto e per tutto. La principessa non conosce mezze misure e finisce per entusiasmarsi o odiare fino allo sfinimento qualsiasi cosa. Anche a causa del suo carattere stravagante, i Ragazzini Abbastanza – abitanti del regno, suoi coetanei – non riescono a passare del tempo con lei: se ci parlano, lei parla troppo, se gioca, gioca troppo. Un giorno, però, la bambina scopre quanto quella sua tendenza a esagerare possa trasformarsi in una maledizione: quando la madre muore, il dolore da gestire è tanto, anzi, troppo. La principessina vive una tristezza senza pari, così profonda da non permetterle nemmeno di piangere, che scava un buco nel suo cuore inesperto. “Il buco… non faceva niente” ed è questo il peggio per Qualcosa di Troppo: lei, così abituata a sentire tutto alla massima potenza, sprofonda nell’apatia e quasi finisce per perdersi. Quasi, perché grazie a un incontro del tutto fuori programma con un ragazzo strano almeno quanto lei e dal nome altisonante, il Cavalier Niente, Qualcosa di Troppo impara a gestire il dolore per la perdita della madre…

Che Chiara Gamberale fosse capace di sperimentare storie un po’ atipiche si era già visto con Per dieci minuti, ma, stavolta, il rischio è persino maggiore. L’autrice romana classe 1977 si cimenta infatti in un genere del tutto nuovo, la fiaba, che prende vita e colore grazie alle illustrazioni stravaganti e un po’ chiassose di Tuono Pettinato. Con questa fiaba moderna, la Gamberale ha dato vita a un’atmosfera delicata e leggermente provocatoria, che allude spesso e volentieri a temi attuali come l’importanza dell’apparenza sui social network o la smania che molti hanno di riempire le loro giornate a tutti i costi. Lo stile dell’autrice è riconoscibile, ma non troppo: in questa nuova veste di cantastorie, la prosa si fa leggera come una carezza, scanzonata come una barzelletta e, soprattutto, adatta sia ai grandi che ai bambini. Non fatevi ingannare dall’atmosfera fanciullesca: questo libro illustrato è capace di aprire gli occhi anche all’adulto più scettico, parlando di buoni sentimenti e, in particolar modo, di amicizia. Il legame che si crea tra Qualcosa di Troppo e il Cavalier Niente fa sorridere e, se si legge tra le righe, riflettere. Perché in un mondo come il nostro, in cui una vita senza impegni o senza amore non vale mai troppo la pena di essere vissuta, Chiara Gamberale ci dà una lezione importante: che per essere felici, per sentirsi pieni e completi, non serve poi tanto. Solo noi stessi.