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Qualcuno visse più a lungo

Qualcuno visse più a lungo

I primi a capire tutto, a capire che i fratelli Graviano hanno vinto, sono i ragazzini e i ragazzi di Brancaccio. A realizzarlo c’è anche don Pino Puglisi che li vede sfrecciare felici davanti alla sua chiesa, rombando con i loro scooter. È una sorta di presagio. È domenica 19 luglio 1992. Da via Conte Federico a piazza dei Signori, i giovani del rione ridono e gridano: “Abbiamo vinto! Viva la mafia!”. Solo dopo che il corteo di motorini è passato, la gente comincia ad accendere i televisori e a rendersi conto di quello che è accaduto, ovvero la morte di Paolo Borsellino. È la stessa scena che si è verificata il maggio precedente, quando è avvenuta la strage di Capaci. Vere e proprie processioni di trionfo autorizzate, dato che molto probabilmente l’ordine di organizzarle è partito direttamente dal capo del quartiere Brancaccio. Giuseppe Graviano ha solo trent’anni ma tutti lo conoscono già come “Madre Natura”. Come fosse una sorta di divinità in grado di dare la vita ma soprattutto la morte. È andato al Nord da diversi anni ma i suoi uomini lo tengono informato costantemente su quello che succede nel quartiere. E quando Graviano torna in città tutti lo sanno. Il 19 luglio è a Palermo e alle 16.58 è accucciato dietro un muretto che chiude via Mariano D’Amelio. È lui a premere il pulsante del telecomando che fa partire l’esplosione. Da quel momento “Madre Natura” è il capo. Altro che Corleone, adesso comanda Brancaccio...

Enrico Deaglio ci regala un saggio fondamentale per comprendere le trame oscure degli ultimi anni italiani, a partire dalle stragi di mafia, passando per la cosiddetta trattativa Stato-Mafia. Viene ricostruita l’ascesa dei fratelli Graviano, dai loro traffici fino alla scalata criminale culminata con le stragi degli anni Novanta e il loro arresto nel 1994. Vengono anche svelati molti segreti, omissioni a livello investigativo e retroscena, lasciando comunque sempre al lettore l’ultima parola in base ai documenti forniti e senza dare conclusioni affrettate o sensazionalistiche. Il ritmo è serrato, la narrazione è come la sceneggiatura di un film con immagini vivide e citazioni pop da film e serie tv e che passano dagli intrecci tra mafia e politica, ai depistaggi fino alle inchieste evitate appositamente per non scoperchiare veri e propri vasi di Pandora. Una lettura fondamentale per comprendere la storia recente della nostra Repubblica, anche alla luce degli ultimi sviluppi della lotta alla mafia con la cattura di latitanti eccellenti.