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Quando abbiamo smesso di capire il mondo

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C’è un filo rosso, anzi blu di Prussia, che unisce morti tremende e bellezze da far battere il cuore. Il cianuro che avvelenò anche il genio Alan Turing, i gas tossici della Prima guerra mondiale e gli ingredienti letali degli stermini nei lager hanno qualcosa in comune con i colori scelti da Picasso per il suo “periodo blu” e le sfumature impetuose dell’incisione La grande onda di Hokusai. Nascono dagli esperimenti di un alchimista del Settecento che avrebbe voluto manipolare le anime… a+b=c è una delle congetture più ardue della teoria dei numeri e la sua soluzione è il traguardo per matematici da decenni. Nel 2012 il giapponese Shinichi Mochizuki ne pubblica su un modesto blog la dimostrazione, però “è impossibile capirla”. Nasce un mistero, scientifico ed esistenziale, che mette in discussione l’intero pensiero occidentale… Un altro matematico, Alexander Grothendieck, aveva obiettivi altrettanto rivoluzionari: esploratore dei numeri e della loro più recondita natura, aveva scoperto un “cuore del cuore” proprio al centro della matematica. Perdendo completamente la testa, fra visioni mistiche e vagabondaggi… Il grande fisico austriaco Schrödinger è autore di quella che è nota come “l’equazione più bella e stramba mai concepita dalla mente umana”: mostra la realtà nella sua scala più piccola, unendo tutte (o quasi) le conoscenze fisiche e chimiche moderne. Un nucleo oscuro, al centro di questa ipotesi, scuote il dibattito tra i suoi illustri colleghi… Nel frattempo, altre menti tanto visionarie quanto coraggiose tentano di estrarre azoto dall’aria e oro dalle onde del mare…

Sono tanti i momenti, durante la ricerca scientifica pura, in cui quel che funziona sulla carta, nelle equazioni, non può avere senso nel mondo così come lo conosciamo. Contraddizioni, misteri nei quali si è imbattuto anche Einstein. In questi casi, è la fisica che smette di aver senso, oppure siamo noi a non aver capito nulla del mondo che abitiamo? Dubbio assurdo? Non per il giovane Heisenberg, uno dei padri della meccanica quantistica, che nel suo ritiro di Helgoland giunge proprio a questa conclusione: smettiamo di capire il mondo come abbiamo finora fatto. Per proseguire come? Per andare dove? Le strade, avventurose, folli ma non false, sono tante. E qualcuna la suggerisce, la ispira proprio questo libro. Quando abbiamo smesso di capire il mondo non è un testo di storia della scienza e nemmeno l’ennesima opera divulgativa che tenta di unire fisica e filosofia, matematica e cosmologia. Labatut, in diverse interviste, ha chiarito che, pur partendo da notizie e fatti storici assolutamente autentici, si è premesso di scegliere un percorso narrativo di fiction (dialoghi romanzati, personaggi di contorno mai esistiti). Il suo intento, infatti, era cercare, strada facendo, quel filo rosso che, in diverse epoche e per ragioni differenti, ha permesso la nascita di un’idea. L’invenzione, la lampadina che si accede e, soprattutto, le svolte strane e appassionanti che portano a una scoperta cruciale. Se il suo intento era suscitare meraviglia nel lettore, sicuramente ci è riuscito. Per chi divora divulgazione scientifica, molte delle storie raccontate suoneranno fin troppo familiari: ciò non ostacola la lettura né fa calare l’interesse. Qualche passaggio potenzialmente affascinante è risolto un po’ come un aneddoto, ma l’autore riesce a mostrare il volto del mondo che fatichiamo a comprendere: l’irrazionale, il nascosto, l’opposto.