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Quando finisce la notte

Quando finisce la notte. Credere dopo la crisi

In che cosa trovare conforto nel periodo dell’inaspettata pandemia di COVID-19 che ha colpito il mondo nel 2020, mentre il morbo infuria e si diffonde ovunque nel mondo, lasciandoci inizialmente chiusi in casa, porte sprangate, soli con le nostre nevrosi e insicurezze a farci unica compagnia? Si potrebbe dire nella fede, in un cammino di riscoperta dello spirito, che proprio dove il corpo non può muoversi, o è comunque costretto a limitare fortemente la frequenza ed il raggio dei suoi spostamenti, dovrebbe essere rafforzato il più possibile onde venire in soccorso del benessere complessivo dell’essere umano. D’accordo, ma quale fede? L’auspicata rinascita spirituale, l’itinerario dell’animo che vogliamo cercare di percorrere, come e dove andrebbe intrapreso? Visto che, nel periodo più difficile e delicato della pandemia, le Chiese sono chiuse, dove e come pregare, confessarsi, chiedere conforto all’Entità Superiore? Si possono trovare strade alternative ai consueti, tradizionali crismi che connotano le modalità di preghiera o di riunione dei fedeli?

Certo, ci risponde Francesco Cosentino, sacerdote calabrese e docente di Teologia fondamentale alla Pontificia Università Gregoriana. Non solo si possono trovare, ma in un certo senso è doveroso farlo, al di là della – si spera temporanea, ma al tempo stesso già piuttosto duratura – emergenza Covid-19: tale esigenza provvisoria ha fatto sì che, dovendoci necessariamente ingegnare a reperire modalità alternative di incontro tra i cristiani cattolici, si sia spesso ravvisata la vetustà e talvolta l’inutilità di molti dei vecchi riti, lasciati al loro posto soltanto per abitudine tralatizia. Poter seguire un’omelia o un’intera messa on line, ad esempio, da soluzione temporanea potrà per molti (soprattutto chi è avanti con l’età) diventare un modo più semplice e talvolta persino più partecipativo di seguire il rito domenicale. Lo stesso vale per gli incontri di discussione e preghiera, perché l’intervento del singolo è reso più facile dal mezzo del pc e del web, piuttosto che dall’enormità delle distanze di una chiesa o dal brusìo di una folla di astanti. In sintesi, dunque, la Chiesa cattolica, che negli ultimi due decenni ha perso una netta percentuale dei propri adepti, se vuole recuperare credibilità non deve perdere l’occasione di coniugare tra loro, nel modo migliore possibile, due fenomeni: una chiara, maggiore ricerca recente di spiritualità da parte dei fedeli colpiti dall’incertezza post-Covid e la ricerca di nuove, più moderne, tecnologiche e partecipative modalità di risposta a tale esigenza. Il saggio è interessante e ben scritto, “colto” e pregno di riferimenti alla letteratura, soprattutto religiosa; forse è opera un po’ troppo lunga rispetto alle non numerose tematiche affrontate e non appare perciò in grado di appassionare, in generale, il pubblico dei non strettamente “addetti ai lavori”.