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Quantum girl

Quantum girl

1961, contea di Bladen, North Carolina. Sono quasi le 18 quando Mary arriva a Elizabethtown, a casa degli Starking. Suona il campanello. In mano, appallottolato, ha un manifesto con la scritta “ricompensa”. Ad aprirle è il signor Starking, Gurnie. Da poco, la figlia di Gurnie e Bernice, Polly, è scomparsa nel nulla. Mary è lì per un motivo preciso, ritrovarla e ricevere i dollari della ricompensa, dato che è quasi al verde. Non è la prima volta che Mary tenta di ritrovare una ragazza scomparsa, anzi. Dalla sua ha una specie di visione, una “vista” che le permette di immedesimarsi e rivivere i momenti vissuti dalle persone che le sono intorno. Gurnie è speranzoso, Bernice è invece molto scettica. Stringono comunque un accordo: l’indomani pranzeranno insieme, i due genitori le diranno quello che sanno, permettendole di approfondire la vita di Polly, nella speranza che Mary abbia una visione. Nel frattempo, dovrà trascorrere la notte al Safe Lodge, uno squallido motel, con un viscido proprietario e una cameriera di nome Martha...

Il primo giorno di dicembre del 1946 scomparve nel nulla Paula Jean Welden, mentre camminava lungo il Long Trail nel Vermont. Non fu mai ritrovata. Da questi fatti realmente accaduti comincia la storia della Quantum girl dell’esordiente scrittrice Erin Kate Ryan. Una “ragazza quantica” è una ragazza che, quando scompare, diventa tutto quello che tutti pensano possa essere: le teorie di chi resta creano il destino della ragazza scomparsa. Secondo la Ryan, Paula potrebbe essere diventata un’investigatrice; la compagna di una militante del Partito Comunista; una truffatrice letteraria; o anche una donna che soffre di amnesia. Eppure, all’interno di Quantum girl nessuno di questi possibili scenari è approfondito veramente. Lo spazio maggiore è lasciato alla Paula investigatrice (cioè Mary Starking), mentre gli altri papabili destini devono accontentarsi solamente di giusto qualche capitolo, di un ruolo secondario. Ruolo in aperta contraddizione con la teoria enunciata nell’incipit del romanzo. Discutibile è inoltre la scelta di cominciare tutti i racconti in medias res, senza mai davvero addentrarsi nelle vicende che hanno portato Paula Jean Welden a essere lì dove si trova adesso. Impossibile, leggendo Quantum girl, non andare con la testa a 4321 di Auster e al film Mr. Nobody di Van Dormael e non pensare a quello che questo romanzo avrebbe potuto essere e non è stato.