
Martino e Stefania sono sposati da poco e, una volta rientrati dal viaggio di nozze, si cimentano in uno dei rituali dei neo-sposini: la cena con gli amici single allo scopo di farli conoscere e aiutare il destino a formare, perché no, nuove coppie. È metà giugno. Sono le otto di sera e fuori c’è ancora luce. I primo ad arrivare sono Dario e Matteo. Martino li ha invitati a presentarsi in anticipo perché vuole prepararli all’incontro. Matteo è amico di Martino dalle scuole elementari, mentre Dario era un suo compagno di squadra ai tempi del minibasket. Quando poi, al liceo, Dario e Matteo si sono ritrovati nella stessa classe, il cerchio si è chiuso e i tre sono diventati inseparabili, includendo anche Stefania, che Martino ha cominciato a frequentare già ai tempi del liceo. Dario è il più alto dei due, porta un filo di barba e ha gli occhi sottili e vispi. Matteo invece ha i capelli mossi che sembrano reclamare un taglio fresco e porta la barba incolta, che gli dona parecchio. Le due ragazze che devono raggiungere il gruppetto per la cena sono Chiara e Giulia. Sono entrambe amiche di Stefania. Le ha conosciute da un paio d’anni tramite una collega ed hanno legato fin da subito. Chiara è un’anestesista, mentre Giulia lavora all’università. Martino e Stefania hanno trascorso l’intera settimana a ipotizzare le coppie possibili. Martino vede bene Chiara con Matteo e Giulia con Dario, fedele alla corrente di pensiero che recita che chi somiglia in genere si piglia. Stefania, invece, dell’idea che gli opposti si attraggano, è convinta che Matteo riuscirà a tener testa a Giulia e a conquistarla con la sua tenerezza, mentre ritiene che Chiara abbia sufficiente spirito da crocerossina da abbracciare la causa di Dario e fare di lui un uomo ammodo. Mentre i due ragazzi si informano con i padroni di casa su quale sia il nome della mora e chi tra le ragazze sia invece bionda, il campanello suona e Chiara e Giulia fanno il loro ingresso. Le due, contrariamente ai ragazzi, sanno perfettamente, grazie alle informazioni di Stefania, chi hanno di fronte...
Contrariamente a quanto accade di solito, questa volta il romanzo arriva dopo il film. Martino Coli, al suo esordio letterario, è anche lo sceneggiatore della commedia romantica prodotta da Cattleya 4 metà, disponibile su Netflix, girata da Alessio Maria Federici e interpretata da nomi noti del cinema italiano, come Matilde Gioli, Ilenia Pastorelli, Matteo Martari e Giuseppe Maggio. Le storie di quattro giovani - quattro metà di quattro possibili coppie - che si incontrano a casa di una coppia di amici fresca di matrimonio e colpita dalla sindrome di Cupido, quella di chi intende accasare ogni single che conosce, ruotano intorno a una semplice domanda. Per ciascuno di noi esiste una e una soltanto metà della mela? C’è davvero una sola anima gemella capace di completarci? Per rispondere a questo interrogativo Coli scomoda anche Platone e lo sbugiarda. Il concetto squisitamente romantico, ma tanto dolce quanto folle, secondo cui gli uomini, così perfetti da scatenare le ire degli dèi che li hanno spaccati in due, vagano per il mondo alla ricerca della propria metà mancante, la sola e l’unica che possa completarli, è assurda anche solo da un punto di vista squisitamente statistico. Ecco allora che i quattro invitati a cena a casa di Martino e sua moglie Stefania diventano oggetto di scommessa da parte dei padroni di casa, che ipotizzano due possibili accoppiate diverse, ciascuna delle quali si basa sui più citati luoghi comuni relativi all’argomento. Perché se è vero che chi si somiglia si piglia, è altrettanto vero che gli opposti si attraggono. Quindi, ogni certezza vacilla e l’unica verità che emerge riguarda il fatto che sempre, quando ci si impegna in una relazione, si cambia, mettendo in discussione quindi ogni iniziale certezza circa una possibile affinità. Due dimensioni alternative, due universi paralleli in cui si creano, in una sorta di sliding doors, due possibili accoppiate completamente diverse l’una dall’ altra, che finiscono per sottolineare come in fondo quello di cui si è alla ricerca non è la propria metà, quella che aderisce perfettamente ai nostri contorni e crea un’entità unica e inscindibile, ma la metà che meglio ci completa. Tutto qui. Si tratta certo di un ideale meno romantico rispetto a quello su cui spesso si sogna, ma ben più aderente alla realtà e alla quotidianità. Un libro romantico, ironico e tutt’altro che superficiale. Una lettura interessante che invita alla riflessione e svela la penna attenta e arguta di un ottimo storyteller.