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Quel che resta del fiume

Quel che resta del fiume

Rhys Campbell - sessant’anni, naso lungo e capelli radi, un metro e ottantotto di magrezza - si è alzato presto, dopo una notte piuttosto difficile: le avvisaglie della stagione delle tempeste si sono fatte sentire per tutta la notte. Il vento è avanzato minaccioso dal Golfo, le onde contro la riva hanno mostrato tutto il loro malumore e in più il rumore di un’imposta fissata male nel capanno dietro casa ha contribuito a tenerlo sveglio per parecchio tempo. Beve un caffè in cucina, poi si reca a fare colazione nel bar d’angolo in fondo alla strada, da Jaime, uno spagnolo barbuto e mezzo sordo, alto, calvo e secco come un bastone di legno trasportato a riva dalla corrente. Rhys è capitato a Des Allemands, cittadina della Louisiana di duemila abitanti o poco più, pochi mesi dopo il disastro dell’uragano Katrina. Accade che, mentre si trova in una piccola pensione di un remoto paesino della Louisiana settentrionale, a meditare sui cocci di una vita che si sta sgretolando tra le sue mani, riceva una telefonata dall’infermiera di una vecchia zia, che non sente da oltre vent’anni e che gli comunica che l’anziana parente, ospite in una struttura per anziani, ha espresso il desiderio di vederlo. Così Rhys parte, fa appena in tempo a tenere tra le sue la mano ossuta della zia e a salutarla per l’ultima volta. Poi scopre che l’anziana parente gli ha lasciato in eredità una casa subito fuori Des Allemands: una vecchia costruzione in legno, sbilenca e scrostata, ma ricca di fascino tenebroso e luogo ideale in cui leccarsi le ferite. Ora, dopo essersi trasferito da un po’, la quotidianità di Rhys include un gruppo di amici fidati - Tom, Gisela e Marc oltre che Annette LeBlanc, barista in un locale su Iberville Street (pettinatura afro e una forte rassomiglianza con Tracy Chapman, la cantante) - con cui è nata una relazione, fatta di complicità e buon feeling, e attraverso cui Rhys ha conosciuto il vero razzismo della società americana, quello che un bianco di rado incontra o tocca con mano...

Se sulla copertina non fosse impresso un nome e cognome italiano, l’impressione sarebbe quella di leggere il romanzo di uno scrittore americano, uno alla Mark Twain per intenderci, che racconta la vita e le avventure, indolenti ed elettrizzanti insieme, di una comunità raccolta sulle rive di un fiume, importante spettatore e protagonista allo stesso tempo della quotidianità. Mario Maffi - traduttore, docente all’università di Milano, anglo-americanista italiano e saggista, al suo esordio nella narrativa - conduce il lettore in una realtà in cui il fiume è un elemento fondamentale. Rhys Campbell, il protagonista della vicenda, abita alla foce del Mississippi, nel Golfo del Messico. L’uragano Katrina si è da poco abbattuto su quel territorio, lasciando dietro di sé desolazione e morte e spingendo i residenti a rifugiarsi in città, dove a imperare sono la struggente musica nera, il quartiere francese e un mai sopito razzismo, capace di sfociare di tanto in tanto in violenza. La vita di Rhys è fatta dei soliti gesti e dei soliti amici: Marc, eccentrico ma leale intellettuale; Gisela e Tom, che vivono su una barca nel fiume; Jaime e il suo bar all’imbocco del pontile; Annette e il suo orgoglio di donna di colore con cui l’amicizia si sta trasformando in un sentimento più profondo, seppure ancora intermittente. Quando il passato torna a bussare alla porta di Rhys, e ha gli occhi verdi e i capelli fiammeggianti di Belle, la ventenne figlia del suo miglior amico, artista ribelle e imprevedibile di cui da tempo ha perso le tracce, occorre intraprendere un viaggio, fisico e metaforico insieme, che porterà il protagonista a lambire nuovi territori e a scoprire le foci di nuovi fiumi. Tra sogni di successo e ricerca di nuove conferme, tra terre basse e città turbolente e incerte, il cammino di Rhys intreccia diverse vicende che affrontano interessanti problematiche: la diversità, culturale e sociale, e il conseguente razzismo; l’importanza della memoria e la ricerca di una propria identità; la complessità dei rapporti tra gli individui, a cominciare da quello tra genitori e figli; il valore dell’amicizia, dell’amore e dell’empatia. Un romanzo ricco di riferimenti letterari, una storia avvincente e delicata insieme, in cui si respira un’atmosfera magica, che permea la pagina e guida il lettore lungo il corso del fiume, alla ricerca dell’anima di personaggi così ben tratteggiati da risultare verosimili. E molto molto interessanti.