
Nsukka, Nigeria. Non è la prima volta che rubano in casa. Questa volta, di domenica. Insospettabile, il colpevole è il fratello diciassettenne Nnamabia scomparso temporaneamente durante la messa domenicale. Troppi i dettagli che non quadrano: persiane aperte dall’interno, gioielli presi a colpo sicuro. Refurtiva sperperata in due settimane di bagordi. Prima dell’episodio dei gioielli, Nnamabia ha già compiuto altre imprese: ha rotto un vetro della finestra della classe, rubato alcuni libri dalla biblioteca scolastica, saltato l’intero corso di catechismo, tentato di duplicare la chiave dell’auto del padre, professore universitario, al quale ha anche sottratto le domande d’esame vendendole agli alunni. Come lui, altri figli di professori. Ladri per noia. Bulli per imitazione. Strafottenti per diventare popolari. Tre anni dopo, Nnamabia viene arrestato con l’accusa di appartenere ad una tra le più pericolose confraternite universitarie, chiamate ‘culti’. In prigione, finalmente, qualcosa lo spaventa davvero più del sovraffollamento, dell’afa, delle punture degli insetti: la Cella Uno. Dalla quale non si esce vivi. Finalmente le indagini dimostrano l’innocenza di Nnamabia ma la mattina della scarcerazione qualcosa sembra andare per il verso sbagliato. Il ragazzo è stato trasferito. Nella Cella Uno…
Nnamabia è in ottima compagnia: dodici personaggi per altrettante storie, a cavallo tra una Nigeria violenta, corrotta e maschilista e il sogno di libertà degli Stati Uniti che si scontra con la nostalgia delle proprie radici. Donne che si salvano dall’odio religioso o da un matrimonio sbagliato, uomini che non riescono ad adeguarsi all’American style e preferiscono la dura vita in Africa. Donne soffocate dal dolore e dalla rabbia, uomini che non si arrendono e con coraggio denunciano le ingiustizie o semplicemente attratti (perché incuriositi) dalle donne nere. La raccolta prende il nome da una delle storie narrate. Quella di Akunna che, nonostante sia baciata dalla fortuna (vince la Green Card che le permette di vivere serenamente negli USA), non riesce a liberarsi da ‘quella cosa intorno al collo’: la sensazione di non appartenere a quella cultura, a quella gente, a quella storia. Eternamente straniera in terra straniera. Racconti rigorosi, sinceri, quasi spietati: Chimamanda Ngozie Adichie non fa sconti a nessuno. Neanche alla sua terra. Va dritto al sodo, con sguardo sagace e intenso ed uno stile crudo, ricco di sfumature e fortemente coinvolgente. Per raccontare due facce della stessa medaglia. Sud del mondo e Occidente civilizzato: due mondi apparentemente nettamente separati, lontani, diversi. Eppure, nelle storie di ciascun singolo uomo, ritrovano le stesse sensibilità, le stesse nostalgie, gli stessi sentimenti.