
Quellilà abitano dall’altra parte. Nessuno li ha mai visti, ma si dice siano cattivi ed orribili. Solo Marricordo, il vecchio del paese, li ha conosciuti un tempo ma ora è talmente vecchio da non ricordare bene. Dice che i vicini sono pelosi, con tantissimi denti, le gambe corte, una pancia enorme e dei pattini al posto dei piedi. Un giorno si diffonde la notizia che i vicini sono pronti ad attaccare, pertanto il re ordina di rinforzare le protezioni della città, anche se alla fine non accade nulla. Col passare dei giorni però la notizia, anziché placarsi, diventa sempre più intensa e a questo punto il sovrano dapprima ordina a tutti di andare a vivere sugli alberi ed infine, non soddisfatto, di costruire una torre altissima per riuscire a salvarsi dall’attacco di Quellilà. E quando, stremati ed annoiati, i cittadini si risvegliano all’interno della torre scoprono che…
Un finale sorprendente e perfetto per un albo illustrato che racconta quanto la diffidenza possa diffondersi facilmente e rapidamente quando non si conosce. In questi casi è molto più facile credere a qualcuno che dice di sapere, anche se è vecchio e ricorda poco, piuttosto che prendersi il tempo di andare a capire di persona; e così l’ignoranza porta a costruire notizie false sempre più grandi e pregiudizi ancora peggiori. Come fanno gli abitanti di questo regno, che si fidano ciecamente delle parole sconclusionate di un vecchio smemorato, il cui nome peraltro già dovrebbe mettere tutti sul chivalà, e che da quelle partono per ingrandire e peggiorare la situazione, anche se si tratta dei loro vicini da sempre. Il testo è arricchito da illustrazioni dai colori vivaci con l’utilizzo anche di molto nero; le figure scomposte che popolano le pagine riescono a ricreare in modo originale le sensazioni suscitate dalla lettura. Immediata e di sicuro effetto anche la copertina, dove troneggiano su sfondo nero due occhi che si guardano intorno sospettosi. La storia invita ad una maggiore tolleranza verso il prossimo ed è rivolta a piccoli lettori, ma le illustrazioni sui generis possono catturare anche i più grandi, che riusciranno più facilmente a cogliere la sottile ironia dei dialoghi e saranno portati a riflettere sui temi importanti della convivenza e del diverso.