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R. & M. Agenzia di investigazioni

R. & M. Agenzia di investigazioni
Roldàn ha 10 anni, è curioso e di buoni sentimenti. Vive a Santiago del Cile, insieme alla mamma e alla sorellina, Mercedes, di 7 anni, tanto golosa quanto curiosa e dotata di sorprendente coraggio. Nello stesso  palazzo in cui abitano i due bambini, vive e lavora il detective privato Heredia, un personaggio enigmatico che esercita una forte attrazione sui due fratelli, tanto che Roldàn, un giorno, vincendo la propria naturale ritrosia, decide una volta per tutte di presentarsi e di fare la conoscenza di Heredia. Tra l’uomo e il bambino nasce una sincera amicizia, alimentata dalla condivisa passione per la lettura, che trova spazi e materiali adeguati nella biblioteca personale del detective. E proprio in quella biblioteca, solo e immerso tra le pagine di Salgari, catturato nel racconto de Le tigri di Mompracen, Roldàn riceve la visita di un’anziana signora che, a causa di un serio problema alla vista, scambia il bambino per il titolare dell’agenzia investigativa e lo implora di farsi carico della scomparsa di Bonifacio, il suo amato cagnolino. Roldàn si sente investito del dovere morale di aiutare la vecchietta, cerca di coinvolgere Heredia, ma questi non sembra affatto interessato al caso, perciò, decide di portare avanti l’indagine da solo, cioè, non proprio da solo, ma con il supporto di un’aiutante davvero tosta, Mercedes. Nasce così l’agenzia di investigazioni R. & M. – dalle iniziali dei due fratelli – Mercedes, infatti, ha preteso ed ottenuto di essere una socia dell’agenzia. I due investigatori in erba, con la loro intraprendenza e spavalderia, riescono finalmente a catturare l’interesse dello strampalato Heredia: i tre organizzano una trappola per incastrare il rapitore ma, per un errore di Roldàn, il piano fallisce miseramente. Il bambino è tentato di mollare, ma questa volta è proprio il suo amico Heredia a ridestare in lui la passione per l’indagine e qualche dritta per proseguire nell’azione.  Il primo caso della neonata agenzia R. & M. si dimostra davvero complesso e la scomparsa di Bonifacio rischia di rimanere una caso irrisolto tra i tanti di Santiago del Cile.
Ramón Díaz Eterovic, scrittore cileno, ma di origini croate individuabili nel cognome, ha un passato segnato dalla coraggiosa opposizione alla dittatura di Augusto Pinochet; la sua produzione letteraria inizia negli anni ‘80, con la pubblicazione di diverse raccolte di poesie; nel 1987, pubblica La ciudad está triste, il primo della lunga serie di romanzi polizieschi che hanno come protagonista  il detective Heredia, un antieroe discreto e malinconico, ma con l’etica e il coraggio per affrontare senza compromessi la  realtà. In una Santiago “proiettata verso il presente, ma che si sforza di non dimenticare il passato”, Heredia è un personaggio che convince e i cui racconti sono valsi al suo autore numerosi riconoscimenti e un adattamento per la televisione cilena. Nel libro per ragazzi, pubblicato in Italia nel 2011 dall’editore Nuove Edizioni Romane, Eterovic smussa un po’ alcune tipiche asperità caratteriali del famoso investigatore privato, per entrare in maggiore sintonia con i piccoli protagonisti del romanzo e anche con i potenziali lettori. Mantiene però, invariate alcune costanti, come la presenza dell’alter ego del detective, il fedele gatto Simenon, la passione per la lettura, una personalità originale e fuori dagli schemi. La scrittura vivace e lineare, scorre agilmente,  accompagnata dalle belle illustrazioni di Gloria Francella. Il libro, apprezzato dai giovani aspiranti detective, non mancherà di interessare i più attempati ex-aspiranti, che potranno cogliere qua e là le pillole di saggezza dispensate da Heredia al suo giovane allievo: “ Per avere successo ci vuole una parte di sudore e una di fortuna”; “Per attraversare il fiume bisogna bagnarsi le zampe” e ancora “La vita è piena di eroi anonimi”