
Un libro costituito da un numero infinito di pagine; un uomo del futuro che ha la capacità, straordinaria per i suoi tempi altamente tecnologici, di saper fare di conto; la complicatissima sistemazione degli ospiti di un infinito hotel intergalattico; il principe di un regno remoto viene spedito in perlustrazione verso confini apparentemente irraggiungibili, e deve comunicare con la capitale tramite sette messaggeri, che a loro volta impiegano anni per andare e tornare...
Cosa dire di ventisei racconti ad opera di titani come Jorge Luis Borges, Isaac Asimov, Italo Calvino, Stanislaw Lem, Adolfo Bioy Casares, Aldous Huxley, Dino Buzzati, Julio Cortazar, Ian McEwan, O. Henry (pseudonimo di William Sidney Porter), Kurd Laßwitz, Robert Heinlein, Daniele Del Giudice, José Saramago, Dario Voltolini, Fredric Brown, David Foster Wallace, Umberto Eco, Karel Čapek, Marcel Schwob, Raymond Quenau, Hans Magnus Enzensberger, Emmanuel Carrère, Robert Musil? La qualità letteraria generale dell’antologia non può essere discussa, e tra i racconti si nascondono vere e proprie gemme come Riflusso, Tennis trigonometria e tornado, Il libro di sabbia o I sette messaggeri. Ciò che lascia a tratti perplessi è la scelta dei titoli (il volume è a cura di Claudio Bartocci, docente di Fisica Matematica all’Università di Genova): ci si sorprende a tratti a domandarsi quale rapporto abbia il tal racconto con la Matematica, se non vaghe allusioni a rompicapi logici e un sapore per così dire “scientifico”. A parte l’apparente arbitrarietà di talune scelte e la sensazione generale di eterogeneità (i racconti più eminentemente sci-fi legano poco con i loro cuginetti più “nobili”) rimane il gusto della lettura di storie brevi ma fulminanti, allegorie capaci di fondere in inquietanti visioni sia l’arcaicità che una minacciosa modernità incombente e di rappresentare il manifesto di un sapere nuovo, completo, finalmente libero dai pregiudizi e dall’ignoranza che lo hanno diviso artatamente in scientifico e umanistico.