
Carlo, Luca, Marianna e Giorgio. Li dovrà incontrare fra un po’ e, anche se ci vuole ancora tempo, decide di incamminarsi. Spera che il contatto con la gente possa aiutarlo a lenire quella fitta che lo tormenta e a districare il filo dei suoi pensieri. Cammina verso l’Università e attraverso vicoli e viuzze arriva all’appartamento che è diventato il luogo dei loro incontri. La stanza è illuminata da una debole luce e lo stanno aspettando. L’ora di iniziare è arrivata, pertanto Carlo tira fuori da uno zaino una grossa scatola di legno che potrebbe contenere dei sigari, ma c’è una pistola... Il Dottor Vasquez, seduto alla sua scrivania con la testa fra le mani, lascia andare i suoi pensieri che si perdono lontani dai suoi pazienti, dall’ospedale. Aspira del fumo da una sigaretta e, separato da una porta chiusa, ascolta voci familiari che arrivano lontane dal corridoio. Lo riportano indietro di anni. Una giovane infermiera entra nella stanza e aspetta che lui si volti ma il dottore non le presta attenzione, è andato con la memoria ad un’altra giornata calda come questa. Si trovava in cantina e, nell’angolo opposto a lui si sentiva il ticchettio dell’acqua che gocciolava. Fino a qualche minuto prima aveva gridato di dolore ma nessuno lo sentiva. Non aveva più le unghie delle mani, il sangue ormai si era raggrumato intorno alle appendici mozzate. Due militari minacciosi giocavano a carte, ne poteva sentire le risate quando dei passi pesanti si erano avvicinati. Una figura elegante in alta uniforme si fermò sulla soglia. Si trattava di Augusto Pinochet...
I racconti contenuti in questo libro hanno un sapore internazionale in quanto impregnato dei luoghi in cui gli stessi sono stati scritti: Parigi, Berlino, Strasburgo, Aquisgrana, Friburgo, Colonia, Eicherscheid ma anche Perugia, luogo di nascita del Mincigrucci. Un libro che narra il costante emigrare dell’autore che spiega nella rapsodia del titolo la circolarità e il bisogno di raccontare l’esistenza per costruire senso, quella stessa esistenza che spesso è ridotta in frammenti. Una raccolta di racconti duri che parlano forte al lettore ma che necessitano di una lettura graduale, meditata. Un libro lento, la cui composizione è stata lunga, un libro fatto di riletture, limature alla ricerca di una parola che evochi luoghi e suggestioni. Del libro, che è il suo esordio letterario, lo stesso Mincigrucci ha detto: “Ci ho messo tanto tempo a scriverlo e quasi lo stesso tempo a decidermi prima di pubblicarlo. Del resto è un libro che attende, in silenzio, quasi in punta di piedi, di essere scoperto. Lo considero una voce sussurrante di una letteratura in minore”.