
Rune ha cambiato più lavori che camicie, e anche adesso che sembra aver trovato un equilibrio, sotto sotto si aspetta la catastrofe che - com’è ovvio - puntualmente arriva. Mentre cammina per tornare in ufficio, per il momento ancora tranquilla, sente alle sue spalle il rumore di un’esplosione. È in ritardo e una lavata di testa la prenderà comunque: tanto vale tornare sui suoi passi, andare a vedere cosa sia successo e magari tornare al lavoro con qualcosa che giustifichi il ritardo. Certo non si aspetta lo spettacolo che le si para davanti agli occhi. L’edificio che ospitava il Velvet Venus Theatre – dove fanno spettacoli a luci rosse – è completamente distrutto, come pure due piccoli esercizi commerciali lì accanto e non è nemmeno questo il peggio. Ci sono dei morti e non è davvero facile neanche per lei tentare di far prevalere la “giornalista” sulla ragazza che solo pochi minuti prima è passata di lì e per un puro caso non è rimasta coinvolta nell’esplosione. Tornata alla L&R Production sulla 21esima strada, riflette su quanto siano geniali i suoi datori di lavoro e quanto al contempo siano poco “presentabili”. Ruttano, bevono, stramangiano, ma sono fra i migliori documentaristi in circolazione. Una manna per Rune, che coltiva il sogno di diventare appunto documentarista, è lì apposta per imparare anche se fino ad ora le sono toccate solo pubblicità – che d’altra parte sono quelle con cui la L&R Production paga l’affitto e il suo stipendio. Sapere che al Velvet Venus era stata piazzata una bomba, che l’attentato è stato rivendicato da un gruppo di fanatici religiosi e l’aver “agganciato” un artificiere, le ha fatto balenare un’idea e così chiede al capo se può prendere in prestito la telecamera per fare il suo documentario. Le viene concessa, ma deve lavorarci solo nel suo tempo libero...
Secondo romanzo in cui appare Rune (senza cognome), una strana ragazza, minuta ma forte e determinata, che veste in modo quantomeno bizzarro e vive su una barca ormeggiata sul fiume, che ogni pochissimo è costretta dagli eventi a cambiare lavoro, cosa che peraltro la turba così poco che ormai è amica degli impiegati del collocamento. Il suo sogno però rimane ben saldo ed è quello di fare la regista. Il personaggio è davvero sui generis, e le storie che Deaver le costruisce intorno lo sono altrettanto. Lo stile però rimane inconfondibile, pignolo e documentato fin nei minimi particolari si muove con scioltezza anche nel mondo dei documentari e dei film alternando, come del resto fa nelle altre serie, i momenti “dedicati” alle scene d’azione e nello specifico anche a quelle d’amore. Qualunque cosa scriva il buon vecchio Deaver è una garanzia. Forse gli amanti di Lincoln Rhyme apprezzeranno questa serie un po’ meno delle altre, mal digerendo l’approssimazione di Rune, che - nonostante l’innegabile l’intelligenza - non è proprio il massimo della razionalità, ma l’autore a mio parere si fa perdonare ampiamente per la protagonista assai poco canonica per questo genere letterario. I colpi di scena si susseguono con un bel ritmo e sono davvero tanti. Un po’ straniante il fatto che essendo i romanzi piuttosto datati non ci siano cellulari e la gente vada a telefonare ai telefoni pubblici, come del resto colpisce la mancanza di informazioni immediate a cui gli smartphone e il web ci hanno abituato. Anche questo però diventa un pregio, ci ricorda che si può vivere con ritmi diversi. Una serie decisamente da leggere, fra l’altro sono solo tre romanzi, cominciando magari dal primo, Nero a Manhattan, proseguendo con questo Requiem per una pornostar e infine leggendo Hard news.